24.05.2022 – 16:00 – Grazie a fondi provenienti dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la Giunta ha approvato un progetto che prevede la destinazione di due edifici di proprietà comunale al sostegno delle persone senza dimora. Le strutture daranno la possibilità a chi ne avesse bisogno di accedere a un alloggio temporaneo, in appartamento o in una casa di accoglienza, offrendo servizi finalizzati a promuovere l’autonomia dell’individuo e ad accompagnarlo verso un percorso di integrazione sociale. I fondi provengono dalle linee di PNRR destinate ad interventi atti a favorire la coesione sociale, che per la Regione FVG ammontano a 24 milioni di euro di cui poco più di 5 sono a disposizione della provincia di Udine.
Il primo stabile interessato dal piano è l’ex Cism di via Urbanis che sarà destinato ai progetti di contrasto alla povertà estrema e al sostegno sociale degli anziani non autosufficienti. All’interno dell’immobile verranno ricavati degli appartamenti rivolti all’esigenza abitativa temporanea per un massimo di 24 mesi per singoli individui o per nuclei di persone senza dimora, indigenti, o comunque non nelle condizioni di fronteggiare la spesa di un mutuo o un affitto. L’obiettivo non è solo dare un riparo alle persone prive di un tetto, ma inserirle in un percorso di reintegrazione sociale. Per la riqualificazione dell’ex Cism verranno stanziati 710mila euro di cui 500mila per i costi infrastrutturali, 200mila per la gestione.
Il secondo edificio individuato dal Comune è l’ex sede dei Vigili del Fuoco di via Cussignacco, che diventerà un centro destinato all’accoglienza notturna e alla ristorazione per le persone senza dimora e che includerà anche un presidio sanitario. Il progetto sarà finanziato con 1100000 euro, di cui 900mila per i costi infrastrutturali.
“Si tratta di un intervento effettuato in collaborazione con l’ambito territoriale del Friuli Centrale, visto che si tratta di una sfida di sistema” spiega l’Assessore Laudicina. “Ringrazio il collega Giovanni Barillari, con il quale abbiamo portato avanti questo progetto. Stiamo faticosamente uscendo dall’emergenza sanitaria, ma ci sono altre urgenze che devono essere comprese e risolte. La pandemia ha amplificato difficoltà già presenti e ci sono componenti del tessuto sociale in grande sofferenza. A noi preme, con questa decisione, dare un aiuto alle persone che si trovano in una condizione di debolezza estrema o di marginalità”.