21.05.2022 – 12:00 – Anche il mondo dell’arte e della cultura sta vivendo le conseguenze della guerra in Ucraina, su diversi piani. Ne sono scaturite reazioni e prese di posizione di ogni tipo, sia politiche che ideologiche. Alcuni provvedimenti “ad personam” sono quantomeno razionali, come il caso del direttore d’orchestra Valery Gergiev, strettamente legato all’oligarchia e al potere russo e amico personale di Vladimir Putin, bandito prima dal Teatro alla Scala, dov’era impegnato quando la guerra è scoppiata, e quindi da tutte le sale da concerto occidentali. Altre reazioni invece sono francamente assurde, come la messa al bando del repertorio russo dai cartelloni, proposta da alcune istituzioni, o la cancellazione di corsi che hanno come oggetto di studio la produzione di artisti o letterati russi.
Anche in regione è scoppiato un caso analogo, con l’esclusione di tre violiniste russe candidate al Premio Rodolfo Lipizer, prestigioso concorso goriziano, esclusivamente in ragione della loro cittadinanza. Un’esclusione “ingiusta e sleale” a detta di una delle interessate, la musicista di San Pietroburgo Lidia Kocharyan.
Tra le molte reazioni alla decisione, c’è anche quella della FVG Orchestra, che ha reso noto che non prenderà parte alla prossima edizione del concorso, proprio in seguito all’esclusione di tre violiniste russe. Il presidente Paolo Petiziol commenta così la decisione: “Ci dispiace molto interrompere la tradizione per cui era proprio la Fvg Orchestra ad accompagnare i musicisti internazionali durante la competizione ma non possiamo non reagire in modo coeso e determinato ad una decisione che ci sembra del tutto ingiusta. La cultura è una delle poche armi che abbiamo per sanare ferite, per riavvicinare le persone e i popoli, creando coesione invece di divisioni e rancore. Questa esclusione, invece, va nella direzione diametralmente opposta”.