08.05.2022 – 12.30 – Dove si origina l’amore? Se avete aperto questo articolo pensando di trovare risposta a questa e altre domande ontologiche (sul serio?), spiacenti, ne rimarrete delusi. Tuttavia, sebbene non sia possibile identificare l’origine di un sentimento è altresì possibile individuare l’origine del piacere. È infatti dall’unione delle parole eros e geno che nasce il termine erogeno: letteralmente che genera amore; da qui il concetto delle ben note zone erogene.
Non fatevi trarre in inganno dalle solenni origini del termine, non sarà sufficiente sfiorare qualcuno per farlo innamorare di sé, ma conoscere quali sono le zone del corpo più sensibili al tatto potrebbe dare una significativa svolta alla vostra intimità. Le aree erogene fanno infatti parte di quella sfera del “detto non detto” del sesso: non è esplicito ma nemmeno un segreto che un bacio sul collo ad esempio stimoli più di uno sulla guancia. Perché? È tutta una questione di terminazioni nervose, di recettori sensitivi presenti a livello di pelle e mucose. Appare dunque superfluo ricordare come anche in questo caso si tratti di qualcosa di molto soggettivo e individuale, diverso da persona a persona.
Ma veniamo al dunque: quali sono le zone erogene? Innanzitutto, va fatta una prima grande distinzione tra quelle che possiamo definire primarie e secondarie senza poi tralasciare le aspecifiche. Nella prima categoria si collocano i big, i grandi classici che per comodità e per non scadere in banalità riassumiamo di seguito in un asettico elenco: pene, vagina, clitoride. Tutte zone associate direttamente all’eccitamento sessuale. Eppure, ve ne sono altre, le cosiddette secondarie, normalmente associate all’aspetto sessuale, seconde solo ai genitali, che se stimolate possono contribuire al raggiungimento dell’orgasmo; esse sono il pube, i glutei, l’ano, piccole e grandi labbra, il perineo ed i capezzoli. Le zone sensoriali aspecifiche infine sono le più interessanti dal punto di vista della soggettività in quanto esse, come possiamo osservare nel disegno dell’homunculus sensoriale tracciato dai ricercatori Wilder Penfield e Theodore Rasmussen nel 1950, nonostante abbiano un numero di terminazioni nervose pari a quelle delle zone non classificate erogene, possono innescare ugualmente una risposta sessuale al contatto, come i famosi baci sul collo che provocano brividi incontrollati, le carezza ai lati del torace o l’interno delle braccia, le orecchie, le labbra e chi più ne ha più ne metta.
In questo frangente è infatti essenziale saper “maneggiare con cura”: la danza dei corpi segue un ritmo tutto suo senza spartito, il bello è che ognuno compone la sua opera, e l’impegno e la dedizione decideranno il risultato dell’esecuzione. Come abbiamo già menzionato, le zone erogene superano la comunicazione verbale e ci permettono di decriptare i messaggi del corpo del nostro partner, un’ottima traccia da seguire per migliorare la complicità e la comunicazione a letto. Come identificare queste zone nel proprio partner? La pratica porta alla perfezione, scoprire e conoscersi è un percorso che porta inesorabilmente anche per questa via che si farà sempre più nitida e visibile solo mettendo, almeno sotto le coperte, l’egoismo da parte.
Come sempre, la morale della favola resta l’invito a dare massimo sfogo alla vostra creatività perché come sosteneva Vivienne Westwood: “La vera zona erogena? L’immaginazione”.
di Manuela Gallo