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martedì, 3 Giugno 2025

“Naturalmente, da latte friulano”: la sfida di 13 aziende lattiero-casearie

04.05.2022 – 07.40 – Fare rete è sicuramente il lemma di questi ultimi anni, simbolo di una modalità di resilienza che da speranza alle piccole realtà di mantenersi vive sul mercato. Che si tratti di contratti di rete, società consortili o associazioni, la condivisione è la strategia sulla quale anche l’Amministrazione regionale sta puntando attraverso l’introduzione di norme che ne facilitino il percorso. Nel caso di “Naturalmente, da latte friulano”, la nuova società consortile del settore lattiero-caseario, che ha visto il suo battesimo ieri alla Casa della contadinanza di Udine, è stata l’approvazione di una specifica delibera – in cui si dava la possibilità di realizzare progetti aggregativi del sistema della trasformazione – a permetterne la costituzione. L’associazione è composta da tredici soci di cui otto risiedono nell’udinese e cinque nel pordenonese. Di questi, tre si trovano in area montana. Per obbligo statutario tutti i soci assicurano che almeno il 75% dell’attività lattiero-casearia delle lavorazioni è ottenuto da latte munto nel territorio regionale. “Con questo nome noi abbiamo voluto esprimere la naturalità del prodotto che è il latte, e chiaramente abbiamo voluto unirlo al territorio che è il Friuli Venezia Giulia. Tutte insieme abbiamo una forza pari al 20% del latte munto giornalmente in regione, valore che ci ha permesso di costituire questo tipo di consorzio in quanto superava il valore minimo del 15% imposto dalla delibera”. Ha spiegato Narciso Trevisanut, presidente dell’associazione.

“Naturalmente, da latte friulano” rappresenta un segnale molto forte che dà una ragionevole speranza a tutto il mondo degli allevatori e che è di buon auspicio per l’intero sistema lattiero-caseario di questa regione”. È stato il commento dell’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier a margine dell’incontro. “Come Amministrazione regionale abbiamo deliberato una norma che dava la possibilità di realizzare progetti aggregativi nel sistema della trasformazione – continua Zannier -, purché venissero rispettate alcune condizioni, ovvero che le aziende fossero regionali e che utilizzassero un quantitativo minimo di latte prodotto sull’intero territorio pari ad almeno il 15 %”. L’assessore ha poi messo in risalto di come ogni singola società mantenga la propria identità non trattandosi di una fusione, ma di una formula di aggregazione che mette assieme quelle parti che non possono essere gestite in autonomia. Ciò mantiene alto il valore aggiunto che ognuna di esse può apportare, e al contempo crea una forte massa critica che ne rafforza la competitività, la presenza sul territorio valorizzandone l’offerta.

“Per sostenere il progetto, la Regione ha garantito al consorzio un sostegno economico pari a 18 milioni di euro. Il rischio d’impresa è condiviso tra tutti i soci, requisito fondamentale per avere basi serie nel raggiungere gli obiettivi del piano industriale. L’assessore ha infine evidenziato il fatto che negli ultimi dieci anni non si sia mai visto un percorso simile, in grado di mettere assieme così tanti operatori per raggiungere un risultato molto importante. La sfida ora è quella di dare gambe ad un percorso che, dopo la formazione della società consortile, preveda quegli investimenti necessari alla programmazione dell’attività futura. La Regione, da parte sua – è stato ricordato – continuerà a portare avanti un progetto ambizioso fortemente voluto dal comparto agricolo”.

In merito al tema del prezzo del latte che viene pagato troppo poco alle aziende, giovedì 5 maggio l’Esecutivo regionale avrà un incontro con tutta la filiera, dalla distribuzione fino al mondo allevatoriale. L’Amministrazione regionale, non potendo intervenire direttamente sui costi ed in attesa di un provvedimento statale, cercherà di sensibilizzare le parti coinvolte sulla necessità di redistribuzione sostanziale dei valori all’interno della filiera, “perché il primo soggetto che determina la sua soccombenza rispetto a questa crisi è il mondo dell’allevamento e senza di esso non si può parlare né di trasformazioni né di altre fasi del processo lattiero-caseario”. Ha concluso Zannier

[l.f]

 

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