04.05.2022 – 08.00 – Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili. Così recita l’Articolo 21 della nostra Costituzione. È molto importante richiamare alla memoria l’importanza del diritto all’informazione e alla libertà di espressione. Quando questo diritto viene violato non sono soltanto i giornalisti a pagarne le spese subendo soprusi di ogni genere ma anche gli stessi cittadini a cui devono essere garantite notizie e informazioni corrette, verificate e che non siano controllate, limitate e pilotate da governi centrali e dittature.
Ogni anno, il 3 maggio, viene celebrata a livello mondiale la Giornata della Libertà di Stampa. Una ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1993 a seguito della Raccomandazione adottata dalla Conferenza Generale dell’UNESCO che riecheggia il seminario Promoting an Independent and Pluralistic African Press proposto per promuovere l’indipendenza e il pluralismo della stampa africana tenutosi dal 29 aprile al 3 maggio 1991 a Windhock, in Nabimia.
Una giornata che, da un lato, si fa occasione di promozione di azioni concrete e iniziative finalizzate a difendere e riaffermare la libertà di espressione come diritto fondamentale, mentre dall’altro, è anche opportunità per valutare la situazione della libertà di stampa nel mondo: non solo una giornata commemorativa nei confronti di tutti quegli operatori dell’informazione hanno perso la vita o che sono stati arrestati mentre stavano esercitando la loro professione ma anche un riflettore puntato sulla sensibilizzazione del pubblico a questo tema.
Un contrasto alla censura, quindi, che colpisce ogni giorno il mondo dell’informazione: in Italia sono sempre di più i giornalisti che ogni anno vengono minacciati con la sola “colpa” di svolgere il loro mestiere con professionalità raccontando le verità più scomode. Secondo l’ultimo report dell’Osservatorio non governativo Ossigeno per l’Informazione, infatti, nel 2021 sono stati 301 gli operatori dell’informazione tra giornalisti, blogger, fotoreporter e videocronisti che hanno subito e che tutt’ora stanno subendo continue minacce e intimidazioni. Il 48% di queste sono state realizzate con querele pretestuose, il 25% con avvertimenti, il 16% con aggressioni fisiche mentre l’1% con danneggiamenti.
Anche l’Indice della Libertà di Stampa, la classifica annuale di 180 Paesi nel mondo compilata e pubblicata da Reporter Senza Frontiere mostra un quadro per niente roseo per la nostra Penisola. L’Italia, infatti, si piazza al 41esimo posto della lista: una posizione che dipende dalla situazione in cui si trovano numerosi giornalisti minacciati, alcuni dei quali sotto scorta, dello stallo in cui versano le proposte di legge di tutela del diritto di cronaca e della professione e l’assenza di politiche di sostegno del lavoro regolare e di contrasto al precariato. Problemi strutturali che indeboliscono l’informazione italiana danneggiando i cronisti e il mercato del lavoro: la libertà e l’autorevolezza vengono schiacciate dal peso dell’incertezza.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è fortemente convinto che “la libertà di stampa, in insieme alla libertà di essere informati, è il termometro della salute democratica di un Paese. Ce lo insegnano in questi giorni i drammatici avvenimenti della guerra in Ucraina. È compito della comunità internazionale ai vari livelli rendere effettivi questi diritti”.
di Alessia Barlese