24.04.2022 – 07:10 – Mentre prosegue l’assedio all’acciaieria Azovstal, a Mariupol, l’esercito russo ha intensificato le attività contro altri bersagli. Nella giornata di ieri sono stati condotti attacchi anche contro la città di Odessa, con raid operati contro edifici sia militari che civili da bombardieri strategici russi Tupolev Tu-95, che hanno causato almeno cinque vittime tra cui un neonato. Si tratta di attacchi il cui scopo è duplice: da un lato mirano a rallentare l’organizzazione ucraina e i rifornimenti, dall’altro hanno la finalità puramente terroristica di seminare il panico nella popolazione e instillare in essa un senso di vulnerabilità.
Secondo le affermazioni del generale russo Rustam Minnekayev, il suo esercito nelle prossime settimane mira ad occupare interamente il Donbass, in modo da collegare la Russia alla Repubblica filorussa autoproclamata della Transnistria, situata lungo il confine che separa l’Ucraina dalla Moldavia e attualmente non riconosciuta dall’ONU. L’eventuale allargamento verso ovest dell’influenza del Cremlino potrebbe ulteriormente espandere il conflitto. E’ questo il monito del presidente ucraino Zelensky, il quale ha ribadito che l’invasione dell’Ucraina è solo il primo passo di un piano di espansione più organico che coinvolgerà anche altre nazioni dell’ex sfera di influenza sovietica.
Tuttavia, malgrado gli sforzi, nelle ultime 24 ore non ci sono stati progressi sul campo da parte delle forze armate russe, che pur seminando distruzione faticano a guadagnare il controllo di nuovi territori. Continuano invece ad emergere, dalle zone occupate, nuovi orrori. Nell’area di Mariupol sono state rinvenute fosse comuni con centinaia di cadaveri mentre nel villaggio di Vynohradne ne è stata trovata una in cui erano seppelliti oltre mille morti. Permane invece un alone di mistero intorno alle vittime militari da ambo le parti. Sia i russi, che continuano a nascondere l’entità delle perdite, che gli ucraini, secondo i media indipendenti e i servizi di intelligence stranieri, avrebbero perduto fino ad ora alcune decine di migliaia di soldati. Si tratterebbe di numeri due o tre volte più grandi di quelli ufficiali.
Entro la fine della settimana dovrebbero essere varate le nuove sanzioni dell’UE, che includeranno lo stop alle importazioni di petrolio. Con tutta probabilità si procederà a una stretta graduale che raggiungerà il pieno regime nell’arco di qualche mese. Un’eventuale interruzione improvvisa delle forniture non sarebbe sostenibile per l’economia europea, la cui dipendenza energetica dalla Russia è ancora determinante.