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lunedì, 17 Febbraio 2025

Invisibile agli occhi, ma non a quelli di Chiara Scrigner

24.04.2022 – 10.30 –  All’ondeggiar del mare si associa spesso lo stato d’animo: irrequietezza, felicità, tranquillità, timore.
Una distesa infinita che fa nascere nell’uomo emozioni intense e che, sotto la sua coltre cristallina, cela meraviglie marine sorprendenti.
Una magia che non viene, però, scovata da tutti: e se già intravederla non risulta semplice, figuriamoci “cristallizzare” nel tempo questa fascinosa realtà.
Colori inattesi, sfumature uniche, luci a tratti oniriche: un mondo incantato che la triestina Chiara Scrigner, socia del Sistiana Diving, conosce bene e che l’ha portata a trionfare nel Campionato Italiano di Fotografia Subacquea 2021, svoltosi al largo di Portoferraio all’Isola d’Elba, organizzato dalla Federazione Italiana Attività Subacquee (Fipsas) in collaborazione con la Società “Gianfranco Bernardi Sub” di Firenze, nella categoria delle macchine “compatte”.


Più specificamente, la giovane è risultata prima classificata nella categoria macro; prima classificata nella categoria pesce; seconda classificata nella categoria grandangolo; quarta classificata nella categoria “Racconta il tuo mare”; raggiungendo, infine, il primo posto in classifica generale.

Come si è strutturata la competizione? C’era un tema corrente?

“Ogni anno ci sono quattro temi da presentare, una fotografia per ciascuno di questi: tre temi sono fissi, ovvero ‘macro’, ‘pesce’ e ‘ambiente’, mentre il quarto varia di anno in anno e, in questa edizione, si è scelto “racconta il tuo mare”, un tema abbastanza libero, che permetteva di fare, quasi, qualsiasi cosa.
Ci sono però delle regole fisse: ogni concorrente può fare quattro immersioni, due al giorno, una per campo di gara, con a disposizione una bombola da quindici litri d’aria, con una discesa fino a trenta metri, uscendo poi con un minimo di venti bar nella bombola.
Si hanno a disposizione trecentocinquanta scatti a giornata, senza possibilità di cancellare o modificare le foto: è solo possibile ritagliarle del venti percento.
Tutte le foto di queste gare in estemporanea non sono infatti post-prodotte.
Non essendoci possibilità di metter mano sugli scatti poi, la bravura sta nel posizionare il flash in modo da non far comparire le sospensioni, ovvero le particelle dell’acqua, nonché impostare una temperatura colore giusta”.

Quando hai iniziato a fare immersioni e, in seguito, fotografia Subacquea? Da dove nasce questa passione?

“Da piccola vedevo i subacquei da casa mia mentre facevano immersioni e mi sembrava una disciplina impossibile, al pari di andare sulla luna, come se fossero astronauti.
Proprio per questo non mi sono mai chiesta il come e il perché di questa attività.
Un giorno, però, ho conosciuto Andrea Sauro, che è un mio socio del Sistiana Diving, che mi ha introdotto in questa realtà, cominciando in piscina prima e amando sempre di più questa disciplina poi.
In seguito ho conosciuto anche un’altra sua socia, Barbara Camassa, che purtroppo è mancata, e che faceva proprio fotografia subacquea, soprattutto dei nudi branchi, le lumache di mare che ritraggo io, che mi hanno subito colpito per i loro colori pazzeschi.
Ho quindi pensato tra me e me, ‘come possono esistere animali così. Voglio riuscire ad immortalarli anche io’.
Da lì mi sono esercitata sempre di più ed è diventata la mia passione”.

E, una volta immersi, si trova sempre un soggetto per gli scatti?

“Dipende. Pesci solitamente si trovano, anche se si possono riscontrare gradi diversi di difficoltà a seconda della velocità e delle caratteristiche di quest’ultimi.
Però non è così scontato trovare un soggetto da immortalare sott’acqua”.

La fotografia è una passione che prosegue anche fuori dall’acqua oppure è catalizzata solo su quella subacquea?

“Io ho cominciato come fotografare ‘a terra’; però, devo dire, che dopo aver cominciato a fotografare sott’acqua, non mi cimento più nella fotografia ‘fuori dal mare’.
Mi piaceva già da prima fare fotografia naturalistica, ma mi sembra quasi più complesso riuscire a trovare una particolarità specifica.
Amo fare macro proprio perché riesci ad immortalare qualcosa di minuscolo che ad occhio nudo a malapena intravedresti, mentre, una volta davanti alla foto, ti rendi conto di quanti dettagli possa avere una bestiolina così piccola”.

Si dice spesso che la fotografia subacquea è molto particolare e ha delle regole a sé rispetto ad altre categorie fotografiche. Sei d’accordo?

“Diciamo che non è una fotografia così avulsa delle altre, ma sicuramente è un tipo di scatto che o piace fare o no: non ci sono vie di mezzo”.

[c.c]

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