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lunedì, 17 Febbraio 2025

Primo Congresso Uil Scuola Fvg. Ugo Previti: “ancora troppi tagli, la scuola è un investimento”.

Il segretario regionale Uil, Ugo Previti, punta sulla qualità della scuola e sulla presenza del servizio anche nelle zone montane.

23.04.2022 – 07.20 – “La scuola oggi potrebbe essere in crisi dopo la pandemia ma ne è uscita molto bene. Pensiamo ad esempio al fatto che non è mai stata chiusa. Un plauso a tutti per il grande lavoro fatto”. Sono le parole del segretario Uil Scuola del Friuli Venezia Giulia, Ugo Previti, a margine del primo congresso regionale della categoria sindacale che si è recentemente svolto a Capriva del Friuli. Tra i presenti il segretario Uil Scuola nazionale Pino Turi, la segretaria nazionale del Dirigenti scolastici Rosa Cirillo, il segretario Uil Fvg Matteo Zorn, l’assessore regionale all’Istruzione Alessia Rosolen, la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale Daniela Beltrame, e il nuovo prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi.

Ugo Previti

Il segretario regionale Uil, Ugo Previti, intervistato dalla nostra testata non ha però dimenticato di sottolineare le tante problematiche che la scuola sta affrontando: dai tagli economici, agli stipendi fermi da quattro anni, alla carenza del personale fino all’attuale politica governativa.

In Friuli Venezia Giulia ci sono 4 mila alunni in meno rispetto all’anno scorso, nonostante ciò lei ha dichiarato che non è buona cosa che venga ridotto il personale scolastico. Ci spiega il perché?

“I 4 mila alunni in meno sono divisi in tutti gli ordini di scuola e questo permette di non avere classi pollaio e di aumentare la qualità del lavoro, garantita solo se c’è più personale. Va poi valutato un altro aspetto, quello dell’integrazione. Nella nostra regione ci sono infatti tanti ragazzi diversamente abili il cui positivo e importantissimo inserimento nella realtà scolastica è possibile solo se si hanno classi con meno alunni e insegnanti di sostegno qualificati”.

L’assessore regionale all’istruzione, Alessia Rosolen, ha parlato del problema della demografia che vede 2.500 alunni in meno in entrata nelle materne e nelle primarie, specificando che in regione non abbiamo la difficoltà delle “classi pollaio” ma delle classi con pochi bambini, delle pluri-classi e delle classi che non si riescono a creare. Qual è il suo pensiero?

“Dobbiamo valutare che in Friuli Venezia Giulia abbiamo zone particolari come quella montana dove è comunque necessario garantire la presenza della scuola che, secondo me, deve esserci sempre come la Caserma dei Carabinieri o la Chiesa per tutelare tutti i territori, anche quelli con bassa presenza di popolazione. È importante che la scuola ci sia, anche con mono classi di soli 5 o 6 bambini. Va poi considerato l’insediamento in molti territori della nostra regione di extracomunitari e di trasfertisti. Se c’è una ripresa nel mondo del lavoro c’è anche una parte di popolazione che viene da fuori e si insedia”.

Durante il convegno si è sottolineata l’importanza della specificità della nostra regione dove sono presenti minoranze linguistiche. Grosso problema però è la mancanza di insegnanti di lingua slovena, come ha specificato la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame. Cosa si dovrebbe fare per superare questa problematica?

“Il problema è che non si riescono ad unire le scuole o le classi in modo tale che l’insegnante possa raggiungere le 18 ore settimanali di insegnamento della materia. Manca la popolazione scolastica”.

Altro problema segnalato da Beltrame riguarda i dirigenti scolastici perché, con l’aumento delle domande di mobilità e scaduti i termini del blocco dei trasferimenti, potrebbero tornare nelle regioni di origine. Ci si troverà con posti vacanti?

“C’è tanta gente che è arrivata da fuori regione e ha lavorato molto bene, alcuni di loro però hanno fatto richiesta di trasferimento e ora dobbiamo capire quali di queste verranno accettate. Se non si riusciranno a coprire le mancanze con le nuove immissioni in ruolo ci saranno delle reggenze, ma al momento non possiamo prevederlo. Va detto che ci sono ancora graduatorie vecchie da poter sfruttare”.

Beltrame ha parlato della possibilità di fare concorsi regionali? Cosa ne pensa?

“Si è vero, si è fatta questa ipotesi. Io però faccio un altro tipo di discorso: aumentiamo gli stipendi che nelle scuole sono fermi da quattro anni. Come possiamo pensare che chi viene a lavorare da fuori regione riesca a sopravvivere con 1200 euro al mese? Ricordo che tanti anni fa venne dato un contributo in più a coloro che accettavano convocazioni in montagna e i risultati furono positivi. Aggiungo che è necessario pagare gli stipendi in tempi utili. In questi due anni di pandemia il personale con contratto Covid si è visto costretto a chiedere aiuto alle proprie famiglie per i ritardi nei pagamenti. Come si fa a vivere senza stipendio?”

C’è poi anche il problema del personale sospeso perché non vaccinato che è rientrato a scuola ma con mansioni non a contatto con gli studenti. Questa situazione ha ulteriormente peggiorato le criticità della scuola?

“No, perché ci sono i supplenti. La cosa assurda è che il personale docente non vaccinato non è a contatto con gli alunni, mentre il personale ausiliario sì. In questo modo si va ulteriormente a creare lotte e divisioni interne. Bisogna unire il personale, non dividerlo”.

Il segretario nazionale di Uil Scuola, Pino Turi, ha evidenziato che l’attuale premier è molto bravo a “mettere a posto i conti”, ma sta poco attento alle persone. Secondo Turi il governo è ancora dominato da una visione neoliberista “che si rivolge alle élite e non alla gente”. Lei condivide questo pensiero e cosa pensa dovrebbe fare il governo per le esigenze della scuola?

“Condivido assolutamente questo pensiero. Si trovano i fondi per finanziare le banche o le aziende ma per il lavoratore non si fa nulla. Oltretutto il PIL nella scuola è passato dal 4,5% al 3,5%. Quel punto in meno può sembrare nulla ma in realtà corrisponde a circa 3 milioni di euro. La scuola è un investimento a lungo termine come la sanità, bisogna investire e non tagliare!

Il governo regionale come si dovrebbe porre nei confronti della scuola?

“Con la Regione stiamo avendo collaborazione e dialogo, anche se con idee differenti. Sulla regionalizzazione della scuola dobbiamo però ancora discutere, noi non siamo d’accordo. Il Sindacato non è una controparte e vuole dialogare. Il suo compito è portare i problemi della gente e dei lavoratori. Bisogna continuare a parlare. Devo dire che l’assessore ci dà modo di confrontarci”.

di Maira Trevisan

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