23.04.2022 – 07:10 – Ci si chiede come sia possibile che, a dispetto di una guerra dissennata che ha prodotto e produrrà conseguenze devastanti per il Paese, la popolarità di Vladimir Putin in Russia resti altissima. Anzi, alcuni sondaggi la danno in crescita. E’ evidente che la gran parte di quel che filtra sia artefatto od opportunamente edulcorato, fatto sta che l’opinione pubblica sembra ancora sostenere, nella sua maggioranza, il leader. Effetti della propaganda e di un controllo capillare dell’informazione. La stessa informazione che da due mesi ha bandito la parola “guerra”, preferendole la più rassicurante locuzione “missione speciale”. La situazione russa tuttavia in prospettiva è drammatica. Anche se Elvira Nabiullina, la governatrice della Banca centrale della Federazione Russa, rispetto alle dichiarazioni di qualche giorno fa ha corretto il tiro, assicurando che il paese “non corre alcun rischio default”, le previsioni della stessa banca russa parlano di un crollo del pil del 9,2 per cento e di un tasso di disoccupazione al 6,9, contro il 4,3 dell’anno precedente. E’ un dato destinato a crescere dal momento che almeno 200 mila persone ricevono ancora lo stipendio da aziende che hanno sospeso le attività in Russia (stime del Financial Times).
Se solo pochi giorni fa la Governatrice aveva avvisato la Duma che le sanzioni occidentali avrebbero avuto “un impatto più forte” sull’economia nazionale, suscitando l’irritazione di Putin, ora assicura che il Paese dispone di tutte le risorse finanziarie necessarie per affrontare la crisi. Si consideri poi che la gran parte degli introiti di cui lo Stato dispone per pagare gli stipendi e l’assistenza sociale provengono dalle esportazioni di combustibili fossili, un settore intorno a cui la cinghia delle sanzioni si va stringendo sempre più.
Il quotidiano online Meduza ha proposto un’interessante analisi delle tecniche di persuasione usate dalla propaganda russa per convincere i cittadini e il mondo che le cose internamente vadano meglio di come sono realmente. Strategie che partono da una comunicazione iper-ottimistica che vende l’esclusione dai mercati come un’opportunità di crescita per l’economia del Paese ed enfatizza qualsiasi notizia positiva per l’occupazione interna. Per contrastare il declino della qualità di vita, la stampa aggrega ogni cambiamento apparentemente significativo, si tratti della sostituzione di una merce di importazione con una autoprodotta o l’apertura di qualche nuova fabbrica, facendo così passare il messaggio che la nuova normalità stia galoppando verso un futuro radioso. Insomma il Governo ha scelto di rispondere alla montante mancanza di merci e all’incremento dei prezzi con rassicurazioni e, ovviamente, nascondendo le notizie militari. Entra nello stesso piano la pressoché totale assenza di informazioni sui soldati caduti in Ucraina. Un’associazione di madri di vittime militari nata in seguito alla guerra in Cecenia ha fatto sapere che non è possibile conoscere la sorte di gran parte dell’equipaggio della Moskva, l’incrociatore affondato nel Mar Nero. Il destino dei loro figli, molto probabilmente morti in guerra, viene tenuto nascosto anche alle famiglie.