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venerdì, 18 Aprile 2025

Pasqua 2022: il 39% degli italiani mangerà carne di agnello

15.04.2022 – 07.30 – Anche quest’anno, si registra un calo di richieste per la compravendita di carne di agnello. Secondo i dati di AIDAA, Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, le proteste contro la macellazione di questi piccoli animali stiano trovando sempre più approvazione tra le persone. Tuttavia, la macchina di separazione, maltrattamento e uccisione di agnelli non è un fenomeno ‘debellato’ durante la Pasqua. Perchè?

E’ una tradizione antica credere che sacrificare un cucciolo di animale sia un simbolo di ringraziamento all’arrivo della primavera e, a seguire nei secoli, a donare un sacrificio al dio del cristianesimo. Un dettaglio poco considerato nella mentalità “atavica” di chi non vuole guardare in faccia la realtà contemporanea è che oggi gli agnelli vengono messi al mondo da pecore alimentate forzatamente, ingravidate oltre la loro possibilità naturale e in seguito separati dalla madre ancora nel periodo dell’allattamento, in modo che la carne sia giovane e dal gusto preciso che solo l’agnello possiede. Le urla del cucciolo prima e i lamenti strazianti delle madri poi sono un elemento di scherno per molti ancora oggi, ma per altri si è raggiunto un grado di consapevolezza che ha portato, con lentezza, ad un calo del 40% sulla vendita della carne di agnello. Non solo, la sensibilizzazione fatta con costanza e tenacia dalle associazioni animaliste e non, ha permesso di registrare un calo di vendita anche sulla richiesta di altra carne da macello.

Sempre secondo i dati AIDAA, pare che quest’anno il 39% degli italiani mangerà carne di agnello. Un calo sostanzioso rispetto agli anni precedenti: ne parlano i dati riguardanti una diminuzione del 50% dei consumi di carne di agnello dal 2010 al 2016, mentre dal 2016 a oggi si è assistito a un calo decisamente più lento. Per le celebrazioni della Pasqua 2021 si prevedeva una diminuzione della richiesta di carne di agnello del 35%. Come afferma il sito veganok, riportando dati e fonti attendibili: “Sicuramente, anche la chiusura quasi totale delle attività produttive durante la pandemia, ha influito su questo cambio di direzione, soprattutto per via dell’impossibilità di partecipare a pranzi e cene nei ristoranti, che di solito risultano tra i maggiori acquirenti di carne di agnello durante il periodo pasquale. Nonostante la maggiore consapevolezza, legata anche alle campagne di sensibilizzazione lanciate dalle associazioni animaliste, i numeri di questa mattanza sono ancora impressionanti: in Italia, nel 2020, sono stati uccisi circa 2 milioni di agnelli, di cui 300 mila durante il periodo di Pasqua. Si parla di macellazioni e non di animali allevati, perché – come spiega l’associazione Essere Animali – il 33% degli agnelli macellati in Italia proviene dall’estero, come Ungheria, Romania, Spagna, Francia e solo nel 2019 sono stati 773.300. Prima di essere uccisi, devono affrontare viaggi estenuanti che durano anche 30 ore.”

Durante la primavera arrivano le prime erbe selvatiche e spontanee e molti ristoranti hanno iniziato a prendere in considerazione la possibilità di un menù “diverso” sempre più aperto al territorio di origine, all’utilizzo di una cucina semplice ma gustosa e che rispetti l’ambiente e la vita, soprattutto di piccoli cuccioli innocenti. E la richiesta di questi menù sta crescendo a dismisura.

 

Francesca Schillaci

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