15.04.2022 – 07:10 – La Moskva, l’ammiraglia della flotta russa, è stata irrimediabilmente danneggiata nella notte di ieri ed è destinata ad affondare. Gli ucraini ne hanno rivendicato il merito, sostenendo di averla colpita con un missile Neptune, mentre dalla Russia dicono che si tratterebbe di un incidente. Ad ogni modo l’esercito russo ha perso uno dei suoi pezzi pregiati, un incrociatore missilistico da 186 metri di lunghezza, di grande importanza strategica nell’assedio alle città portuali come Odessa. Solo in futuro si capirà se davvero il disastro sia avvenuto in seguito a un incendio scoppiato a bordo, o se l’esercito ucraino, grazie anche al contributo dei droni turchi, sia riuscito ad aggirare le sofisticate tecnologie difensive della nave per metterla fuori combattimento. L’intero equipaggio dell’incrociatore, oltre 500 unità, sarebbe stato evacuato. Si tratta di un duro colpo per l’esercito russo, sia per la potenza di fuoco della nave, dotata tra le altre cose anche di armi anti-sottomarino, sia dal punto di vista dell’immagine presso l’opinione pubblica
Un altro caso scuote la diplomazia europea. In seguito all’intenzione manifestata da Finlandia e Svezia, due stati storicamente neutrali, di entrare nella Nato, Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza ed ex presidente della Russia, ha minacciato conseguenze, tra cui l’installazione di armi nucleari montate su missili Iskander nel Baltico. Una minaccia di pura facciata, dal momento che nel Baltico, a Kaliningrad, i missili nucleari russi ci sono già da molti anni. E’ curioso osservare l’eterogenesi dei fini nelle manovre putiniane, il cui intento di bloccare l’espansionismo ad est della Nato, con l’invasione dell’Ucraina, lo sta paradossalmente accelerando. Medvedev ha annunciato che nel caso l’allargamento verso la Scandinavia dovesse avvenire, la Russia rafforzerebbe i confini con truppe di terra e sistemi di difesa aerea, oltre a schierare consistenti forze navali nel Golfo di Finlandia.