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sabato, 19 Aprile 2025

Ucraina: Mariupol è allo stremo

14.04.2022 – 07:10 – Quell’all-in a est del Cremlino che si attende da un paio di settimane ancora tarda ad arrivare, benché la Russia continui a mobilitare mezzi e accumulare uomini. Non si fermano tuttavia gli attacchi localizzati, anche contro civili. Mariupol, assediata e allo stremo, è probabilmente la città più sofferente. Ormai l’assedio è mutato in guerriglia urbana uomo a uomo, per cui è molto complesso prevedere quanto la città sarà in grado di resistere. L’esercito russo nella giornata di ieri ha preso di mira l’acciaieria di Azovstal, un impianto industriale usato dai soldati ucraini a mo’ di base. Sempre da Mariupol rispunta l’ipotesi dell’utilizzo, da parte dei russi, di forni crematori mobili per eliminare i cadaveri delle vittime, in modo da cancellare le tracce dei crimini commessi. Secondo la Difesa ce ne sarebbero 13 in azione in città.

In reazione al dramma umanitario che la guerra sta causando, la Turchia si è offerta di mettere a disposizione alcune navi per aiutare lo sfollamento dei profughi. Al momento non è ancora arrivata una risposta. Nei giorni scorsi Zelensky aveva accusato la Russia di aver sequestrato oltre mezzo milione di sfollati, strappando i figli ai genitori per darli in adozione. E’ una questione controversa su cui mancano conferme, ma sul fatto che il trattamento dei profughi nelle regioni orientali sia quantomeno opaco ormai ci sono pochi dubbi.

Nel frattempo è divampata una nuova polemica diplomatica in seguito alle parole del presidente americano Joe Biden, il quale ha definito l’azione dei russi in Ucraina “un genocidio”. La reazione è arrivata sia dalla Russia stessa, con il portavoce del Cremlino, Peskov, che ha definito l’attacco di Biden una “distorsione della realtà”, sia dall’Europa, con Macron che ha invitato a maggior cautela il suo omologo statunitense. Com’era ovvio che fosse, le parole di Joe Biden sono invece piaciute a Volodymyr Zelensky, impegnato nella sua opera costante di pressione politica sui leader europei per ottenere sostegno. Secondo il presidente ucraino, un’azione tardiva delle potenze occidentali potrebbe mettere a rischio tutta l’Europa dell’Est. L’accusa di genocidio arriva anche da Vadym Boichenko, sindaco della stessa Mariupol, che ha imputato ai russi di aver distrutto anche gli ospedali della città.

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