10.04.2022 – 07:10 – Era quasi scontato che i fatti di Bucha, in cui si sono contate finora 360 vittime, non costituissero un unicum. Dopo la ritirata dell’esercito russo stanno infatti emergendo, un poco alla volta, situazioni analoghe. A Makariv, centro vicino alla stessa Bucha, nella regione di Kiev, i soccorritori hanno trovato oltre 130 cadaveri di persone torturate e uccise e le ricerche non sono ancora terminate. Testimoni riferiscono di granate lanciate dai soldati dentro i rifugi in cui si nascondevano i civili. Intanto si continua a scavare sotto alle macerie, ma sarà un lavoro lungo visto che la città è per metà rasa al suolo.
Al fine di mantenere la memoria delle atrocità e di assicurare i colpevoli alla giustizia, il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba ha annunciato l’apertura di un archivio digitale in cui saranno raccolti tutti i crimini di guerra documentati da immagini, testimonianze e media. Il sito raduna i dati in possesso del governo ucraino in merito a vittime, torture, ostaggi e stupri, con le relative conte. Le morti accertate sono ad oggi 1.563, di cui 167 bambini.
Altre notizie arrivano da Chernobyl. A differenza di quanto facevano temere certi messaggi allarmistici delle settimane passate, non ci sono rischi concreti di esplosioni o diffusione di materiale radioattivo su scala continentale dal sito dell’ex centrale elettrica ucraina, mentre c’è un pericolo reale di contaminazione per chi frequenta il luogo. E’ notizia ormai vecchia di giorni l’avvelenamento da radiazioni a danno di alcuni soldati russi stanziati a Chernobyl. Non si sa di preciso se il contatto con i materiali radioattivi sia avvenuto scavando le trincee di guerra o ingerendo del cibo contaminato, ma dopo i sintomi acuti ormai le condizioni dei soldati esposti sarebbero critiche e per loro non ci sarebbero speranze di sopravvivenza oltre l’anno. Le azioni e i bombardamenti nell’area, stando a quanto riporta la CNN, hanno causato anche un innalzamento del livello di radioattività generale della zona.