05.04.2022 – 17.08 – Vengano subito riattivate le attività sanitarie fermate a causa del covid, si lavori per una sanità più vicina ai cittadini e ci si impegni in maniera concreta, rapida e puntuale nello sviluppo del sistema sanitario regionale. Queste le prescrizioni che la Conferenza dei Sindaci ha definito a margine dell’approvazione del Piano Attuativo 2022 dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale. Il voto al documento è stato unanime ad eccezione del voto contrario di Latisana e dell’astensione di Treppo Grande. “Abbiamo analizzato il documento presentato dal Direttore Caporale. Avremmo preferito un documento più snello, operativo, concreto, con una programmazione almeno triennale per permettere di definire, da subito, le tappe di sviluppo della nostra sanità. Massima collaborazione all’operare di ASUFC ma saranno necessari controlli puntuali sul rispetto dei tempi, tappe certe e verifiche puntuali anche sullo smaltimento delle liste d’attesa, sul piano assunzioni, sull’integrazione tra ospedali e assistenza territoriale, sul piano investimenti declinati per ogni nosocomio. Al documento programmatico presentato deve seguire una concretizzazione degli impegni e una stretta collaborazione con la direzione strategica dell’Azienda. Come Rappresentanza promuoveremo incontri nei nove ambiti sociali per raccogliere proposte e sentire dai cittadini le problematiche esistenti”.
Così si esprime Francesco Martines, vicesindaco di Palmanova e Presidente della Rappresentanza ristretta dei Sindaco dell’ASUFC, un organo che rappresenta 134 amministrazioni comunali per un totale di 521.000 abitanti.
“I cittadini, e di conseguenza i loro Sindaci, chiedono risposte sui servizi, fermi da troppo tempo a causa del covid, chiedono che nelle stutture di Palmanova, Gemona, San Daniele e Cividale vengano nuovamente garantite le specialità sanitarie precedenti, che ci sia adeguato e preparato personale, che si sviluppi una sanità territoriale, più vicina ai cittadini, attraverso la definizione puntuale della Case di Comunità. Lo stesso PNRR, nonché l’esperienza della pandemia, ci dicono che i servizi sanitari devono essere diffusi nel territorio”, aggiunge e conclude Martines. “Ogni struttura ha bisogno di investimenti, edili, impiantistici e tecnologici. Serve una programmazione che definisca come e quando questi interventi verranno realizzati. Noi siamo qui per verificare che tutto questo avvenga nei tempi prestabiliti”.