05.04.2022 – 07:10 – Mentre continuano a emergere cadaveri dalle zone di Bucha liberate dall’occupazione russa, il ministro degli Esteri Serghei Lavrov liquida la faccenda come una “messa in scena sui social” dell’Occidente e dell’Ucraina. Giustificazioni risibili che fanno il paio con le dichiarazioni del Patriarca Kirill, che definisce la Russia portatrice di pace. Al netto delle mosse della propaganda del Cremlino, che cercano di scagionare l’esercito dalle nefandezze dei crimini di guerra – propaganda a cui sembra abboccare parte dell’opinione pubblica italiana – la condanna internazionale è trasversale. Zelensky e Biden scelgono la stessa parola per bollare il presidente russo Putin: macellaio. Le immagini satellitari testimoniano che le truppe russe presenti a Bucha hanno iniziato i lavori di scavo delle fosse comuni in cui sono state seppellite le vittime già il 10 marzo scorso. Gli attivisti di InformNapalm, una iniziativa volontaria che si occupa di informare sulla situazione della guerra in Ucraina, svelano il nome del presunto responsabile dei crimini di Bucha. Si tratterebbe del tenente colonnello Omurbekov Asanbekovich, quarantunenne comandante della 64ma brigata di artiglieria motorizzata, proveniente dalla Siberia. Sarebbe stato lui a ordinare l’omicidio dei civili. Il governo ucraino non conferma l’indiscrezione, su cui c’è ancora incertezza. Sembra anzi strano che una zona ampia e complessa come quella a nord-ovest di Kyiv fosse sotto il completo controllo di un semplice tenente colonnello. E’ piuttosto probabile che gli ordini arrivassero da più in alto.
Le testimonianze da Bucha raccontano di scariche di kalashnikov su civili, di corpi martoriati e di donne ridotte in schiavitù e portate nel quartier generale dei soldati russi. A Bucha sono ormai centinaia le vittime accertate, quasi tutti civili uccisi a sangue freddo. Si tratta del massacro più grave di cui si ha notizia dall’inizio della guerra ad oggi. Intanto l’esercito russo, riorganizzato, starebbe preparando nuovi assalti alle regioni orientali, con l’invio di 60000 uomini supplementari appartenenti a truppe addestrate.
UE e Ucraina preannunciano la costituizione di un team d’ indagine congiunto sui crimini di guerra, come sottolineato dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che si dice “sconvolta dalle notizie di indicibili orrori nelle aree da cui si sono ritirati i russi”. I fatti emersi nelle ultime ore hanno allargato il gruppo, tra gli europei, di chi chiede sanzioni ancora più dure, fino alla completa sospensione dell’acquisto di combustibili fossili russi. Per ora non ci sono tuttavia avanzamenti concreti sull’inasprimento delle misure. Josep Borrell, alto rappresentante della Ue per la politica estera, in una nota fa sapere che “L’Ue continuerà a sostenere fermamente l’Ucraina e avanzerà con urgenza nell’elaborazione di ulteriori sanzioni contro la Russia”.