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venerdì, 6 Giugno 2025

Agricoltura Budai: la gestione dell’acqua diventi una priorità

Il problema della siccità in Friuli diventa sempre più consistente. Sono stati ritrovati morti tutti i pesci del fiume Isonzo a causa della secca dovuta al ritiro dell’acqua da parte degli sloveni, i quali stanno riempiendo i loro bacini per le centrali idroelettriche, in prospettiva di poter far fronte a danni di ulteriori siccità. Anche il fiume Tagliamento è a rischio di secca a breve termine e ciò comporterebbe un enorme disagio per l’Alto Friuli, considerando che per il volume di acqua registrato con le ultime piogge (20 mm) si è al limite della siccità affrontabile.

Il Consigliere regionale della Lega Alberto Budai ha ribadito l’importanza urgente di creare due bacini per trattenere l’acqua in eccesso e poterla distribuire nei periodi di siccità, evitando in questo modo rischi altissimi di perdita di semine, erba secca che non cresce e diventa quindi immangiabile per le mucche nel momento stesso che i mangimi potrebbero venire meno per l’impossibilità di coltivarli e irrigarli. Tutto questo deriva dall’acqua come necessità primaria allo sviluppo di ogni materia di sussistenza.

“Abbiamo raggiunto tre mesi di siccità” dice Budai “ho indicato in Consiglio la necessità di investire 500 milioni di euro per costruire due invasi indispensabili per il contenimento dell’acqua. Il Friuli è generalmente una terra piovosa, ma non in modo omogeneo, quindi possiamo avere mesi di piogge continue e poi altri mesi di totale assenza. Questo aspetto va preso in considerazione e affrontato con lungimiranza, munendosi in tempo di attrezzature per far fronte a questi problemi che, ad oggi con la richiesta in aumento di riprodurre sul nostro territorio grano, mais eccetera, si presenteranno in caso di altri periodi di siccità forte come questa. Senza acqua non è possibile effettuare le semine che hanno dei costi altissimi e gli agricoltori spesso non se la sentono di seminare se non hanno la possibilità dell’acqua, perché sarebbe uno spreco incolmabile. Ci servono fondi. Il PNRR deve essere riscritto sulla base delle nuove problematiche che stiamo affrontando nell’agricoltura del Friuli, sia per la siccità sia per la guerra in corso in Ucraina.”

Al momento sono stati sbloccati 200.000 ettari di terreno messo a riposo dagli agricoltori per essere coltivati in previsione dell’aumento di richieste di cibo, ma per farlo è necessaria sempre la fonte primaria di ogni bene, l’acqua, oltre a concimi e gasolio in questo momento a prezzi altissimi.

 

f.s.

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