21.03.2022 – 07.10 – “Crimini di guerra. Un terrore che verrà ricordato per secoli”, è quanto ha affermato il presidente ucraino Zelensky rispetto a ciò che sta accadendo nella città portuale di Mariupol, che si trova nel sud-est dell’Ucraina. Mariupol è uno dei centri urbanizzati, insieme a Kharkiv dove ieri ci sono stati cinque morti tra i quali una bambina, più colpiti da questa guerra. Dopo settimane di assedio la città è quasi interamente distrutta. In seguito al bombardamento del Drama Theatre avvenuto mercoledì 17 marzo, ieri è toccato ad un Istituto artistico dove si nascondevano 400 persone. Di questi sfollati, che vi avevano trovato rifugio, non si hanno ancora informazioni certe ma si troverebbero sotto le macerie. Stessa sorte e mancanza di informazioni per le oltre 1000 persone che avevano trovato rifugio presso il teatro. Quest’ultima tragedia è stata comunicata dal Consiglio municipale via Telegram, ma non ci sono ancora conferme. Quello che è certo, è che truppe russe e mercenari sono entrati in città trasformando il centro storico in un campo di battaglia, dove i combattimenti avvengono casa per casa.
Continuano ad arrivare notizie agghiaccianti, ancora tutte da confermare, sulla denuncia da parte delle autorità locali della deportazione di centinaia di persone. Anziani donne e bambini vengono prelevati quotidianamente da rifugi e scantinati senza documenti e senza sapere dove verranno portati. Vadym Boychenko, sindaco di Mariupol, in un messaggio diffuso ieri su Telegram ha denunciato che in questi giorni molti cittadini di Mariupol «sono stati deportati in remote città della Russia, deportati come fecero i nazisti durante la seconda guerra mondiale». Sempre secondo il messaggio, sembra che la maggior parte delle persone portate vie dai russi siano state estratte dal distretto Livorberezhny e da un rifugio antiaereo costruito in club sportivo. Poi il sindaco ha proseguito «Quello che gli occupanti russi stanno facendo oggi è noto alla generazione più anziana, che ha visto gli eventi orribili della Seconda guerra mondiale, quando i nazisti catturarono con la forza le persone. È difficile immaginare che nel ventunesimo secolo le persone possano essere deportate con la forza in un altro Paese».
Contemporaneamente, dalle notizie riportate da Ilario Piagnerelli inviato di Rai 1, ieri mattina Kiev ha cantato vittoria per l’eliminazione del 331° reggimento russo aviotrasportato, del quale sembra esserci un solo superstite. Tuttavia, in risposta è arrivato immediatamente l’annuncio del ministero della Difesa di Mosca, che ha comunicato l’abbattimento di 100 militari ucraini e mercenari stranieri con il lancio aereo di missili ad alta precisione, che si sono abbattuti su di un centro di addestramento per le forze speciali ucraine nella regione di Yitomir. Secondo quanto riportato dal Consigliere del presidente Zelensky sembra che la Russia a causa dei suoi fallimenti sia passata ad un’artiglieria più distruttiva. Stanno reclutando truppe sin dal Pacifico e richiedendo aiuto all’organizzazione del Trattato della Sicurezza Collettiva, un’alleanza che oltre alla Bielorussia coinvolge i Paesi dell’Asia centrale. A livello interno è invece arrivata la stretta di Zelensky su 11 partiti che sono stati sospesi per i loro legami con la Russia. Inoltre, tutta l’informazione televisiva passerà solo attraverso un canale in virtù della legge marziale. “Sono pronto a negoziati diretti con Putin, ma se questi tentativi fallissero significa che questa è la terza guerra mondiale”. Ha dichiarato Zelensky alla CNN.
[l.f]