14 C
Udine
sabato, 19 Aprile 2025

Mostra d’arte “Monet e gli Impressionisti in Normandia” a Trieste: l’attenzione e la cura per le opere originali

“Vestita di verde e di rosa
l’aurora rabbrividente
avanzava sulla Senna
deserta lentamente”

Charles Baudelaire mise in parole i colori e la luce che i primi Impressionisti incastrarono sulle tele. La Senna è un simbolo diventato comune nei dipinti di artisti e versi di poeti, quasi nel tentativo di personificarla come elemento partecipante dei cambiamenti storici e artistici.

Dal 1865 Renoir, Monet e Bazille diffusero l’acqua non più come elemento di pittura, ma personificarono e diffusero la Senna a tutti gli Impressionisti come una scoperta rinnovata. Monet, in seguito, trovò a Giverny, altro luogo fondamentale per la formazione degli Impressionisti, il suo posto al sicuro circondato non solo da acqua, ma anche da natura, colline, cieli.

La mostra “Monet e gli Impressionisti in Normandia” iniziata a Trieste il 4 febbraio 2022 nel prestigioso Museo Revoltella, terminerà il 5 giugno 2022. Presenta oltre 70 opere originali di pittori dell’epoca in stretta correlazione con la Normandia, luogo iniziatico per il movimento artistico che avrebbe cambiato radicalmente la pittura moderna. L’esposizione riporta non solo nomi come Monet, Courbet, Renoir, Delacroix, ma pone la sua attenzione anche su pittori meno noti, ma ugualmente importanti nella memoria storica dell’Impressionismo: Eugene Isabey, Charles Daubigny, Frank Myers Boggs, Jean-Baptiste Camille Corot; il maestro di Monet, Eugene Boudin. Tutti protagonisti della terra di Normandia. Il patrimonio concesso alla mostra proviene principalmente dalla Collezione Peindre en Normandie, affiancata dai prestiti provenienti da Musée Marmottan Monet di Parigi, dal Belvedere di Vienna, dal Musèe Eugène Boudin di Honfleur e da collezioni private.

L’obiettivo dell’esposizione è mostrare la nascita e la correlazione della pittura impressionista partendo dalla Normandia attraverso un’esposizione che ne esalta i paesaggi potenti, terra di abbondanza, i cieli imprevedibili e la luce, la musa di tutti gli Impressionisti per sottolineare attraverso i quadri quanto questa terra fosse un laboratorio vero e proprio di idee per i grandi artisti impressionisti. La mostra è suddivisa in cinque sezioni, tutte incentrate a focalizzare l’attenzione del fruitore sugli elementi predominanti di questa terra di colori e atmosfere iniziatiche.

La fattoria di Saint-Simèon è la partenza della mostra così come fu l’inizio di tutta l’arte impressionista; un luogo ozioso, lontano dalle accademie, dai Salon e dai salotti di artisti. Non esisteva rumore, ma solo la contemplazione di spiagge e paesaggi sconfinati che trovano ampia espressione nei dipinti di Boudin, esaltati dallo stesso Charles Baudelaire che in quegli anni (1854 e oltre) scrisse la sua poesia Salon de 1859 nella quale elogiava la capacità di fusione dell’atmosfera e dei soggetti nel rispetto dei riflessi naturali della luce, gestendo in modo nuovo la pennellata decisa e compatta degli artisti del tempo.

Si prosegue nella seconda sezione In riva al mare – svago, villeggiatura dove troviamo fra gli altri Monet in dipinti che, questa volta, penetrano il soggetto sociale, scatti di vita incastrati dentro la tela. Di Monet si diceva che fosse un cacciatore della Natura, delle ombre, del sole e delle nubi; le aspettava immobile per ore osservando i cambiamenti del paesaggio e quando la luce si svelava perfetta, iniziava a dipingere con frenesia en plain air. Lo stesso valeva per i movimenti che studiava nelle persone, gruppi o singoli individui, sostenendo che “la modernità non risiede nel soggetto, ma nel comportamento del pittore nei suoi confronti”.

Il soggetto sociale non aveva senso soltanto nelle esperienze turistiche e ludiche, ma principalmente nell’osservazione della quotidianità. La terza sezione In riva al mare: il lavoro, dedica l’attenzione all’unione tra paesaggio e impegno quotidiano, dove i pittori trovano ispirazione nei movimenti dei pescatori e delle lavandaie nelle suggestive atmosfere come le spiagge di Trouville. A questo, inevitabilmente, si aggiunge anche il turismo dell’epoca che sempre di più si interessava allo sfarzo delle dimore e delle celebrità. I pittori impressionisti dipingono gite in barca come il “Bagno a Etretat” di Eugène Le Poittevin o “La spiaggia a Dieppe” di Jacques-Emile Blanche, alberghi, stabilimenti balneari, casinò. Paesaggio e persona diventano uno sfondo unico e imprescindibile per i pittori del tempo, nel sentire l’urgenza di fermare la vita “vivente” come memoria estetica da tramandare in quella che un giorno sarebbe stata la vita “vissuta”.

Essendo una mostra che vuole sottolineare l’importanza della Normandia come punto di partenza di una delle correnti artistiche più suggestive della storia, la quarta sezione è stata dedicata interamente a la Terra normanna, come luogo pittoresco per eccellenza. La sua morfologia che ricorda immagini di abbondanza, oltre ad essere ampiamente descritta dal XVIII secolo in poi nella letteratura francese, ottenne anche nella pittura il primato di terra prominente grazie alle sue coste e al suo cambiamento climatico repentino, quasi al pari della potenza innata delle montagne. Tutto questo è percepibile nell’opera “Etretat” di Claude Monet o in “Una spiaggia in Normandia” di Jean-Baptiste Camille Corot.

Infine, come preannunciato all’inizio, la mostra si conclude con la quinta sezione interamente dedicata alla Senna. Opere come “Pescatori sulla Senna vicino a Poissy” di Monet o “Draga sulla Senna, vicino a Rouen” di Albert Lebourg incantano per la capacità di dare un’identità ad un fiume, impossibile ormai anche per un osservatore da considerare soltanto nel suo scorrere d’acqua, poiché la letteratura prima, ma soprattutto la pittura impressionista poi l’ha definitivamente scalfita nella memoria di ognuno come soggetto vivente e determinante nella vita degli artisti, imprescindibile e onnipresente.

L’intera esposizione è allestita all’interno dell’elegante Museo Revoltella, istituito nel 1872 per volontà testamentale del barone Pasquale Revoltella. L’edificio racchiude un’anima doppia tra la dimora baronale, eretta su progetto di Friederich Hitzig tra il 1854 e 1858 e quella del contiguo Palazzo Brunner, sede della Galleria d’Arte Moderna, acquisito dal Comune di Trieste nel 1907. Al trentesimo anniversario della riapertura del Museo – avvenuta nel 1992 – viene ospitata questa mostra di eleganza sopraffina, onorando in questo modo la volontà dello stesso barone Revoltella, il quale aveva espressamente lasciato in eredità alla città di Trieste la sua dimora “ad uso esclusivo di un istituto di Belle Arti”.

La mostra “Monet e gli Impressionisti in Normandia” è stata curata da Alain Tapiè e organizzata da Arthemisia, azienda nazionale di produzione, organizzazione e allestimenti di esposizioni temporanee, insieme al Comune di Trieste – Assessore alle politiche della cultura e del turismo, con il supporto di Trieste Convention and Visitors Bureau e PromoTurismo FVG, in collaborazione con BRIDGECOUNSILTINGpro e Ponte – Organisation für kulturelles management GMBH. Inoltre, la mostra è sostenuta da Generali Valore Cultura, Ricola e Sky Arte.

 

Francesca Schillaci

Ultime notizie

Dello stesso autore