09.03.2022 – 07.30 – Trieste conferma il suo ruolo di “porta d’oriente” coi dati comunicati ieri dal governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga: sono infatti 12mila i profughi ucraini ufficialmente transitati dai confini della Regione FVG, senza considerare i (tanti) passaggi a bordo di mezzi privati. Attualmente la maggior parte degli esuli di Kiev dispone già di un contatto o un parente in terra italiana; solo 700 infatti hanno scelto di rimanere nel Nord Est. Il peso maggiore attualmente rimane l’esecuzione di tamponi Covid e l’inoculazione di dosi di vaccino per il Covid-19 a coloro che ne fossero sprovvisti, dietro direttive del Ministero della Salute.
Ma la porta d’oriente è anche “girevole“; e allora non sono mancati, da parte dello stesso Friuli Venezia Giulia, i soccorsi coordinati a livello nazionale per impedire la crisi umanitaria che si sta sviluppando quale conseguenza del conflitto militare.
Il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi ieri ha informato che “è partito oggi da Palmanova il primo carico di materiale sanitario alla volta del confine romeno per dare sostegno e conforto ai profughi che stanno lasciando l’Ucraina. Ci stiamo inoltre organizzando per portare in Slovacchia il centro di smistamento come richiestoci dal Dipartimento nazionale in coordinamento con quello europeo”.
Quattro camion, forniti dalla Ceccarelli group, percorrono in queste ore le tortuose strade alla volta del confine romeno-ucraino, onde fornire medicinali e dispositivi farmaceutici raccolti in questi giorni tra le regioni. E proprio la sede del FVG, cioè l’hub di Palmanova già utilizzato a suo tempo per l’emergenza Covid, è diventata il punto di riferimento nazionale. Costituirà infatti, per la vicinanza geografica all’Ucraina, il centro di smistamento del materiale proveniente da tutta Italia e che, di volta in volta, verrà inviato nei luoghi che saranno indicati dal Dipartimento nazionale. Nonostante l’entità della crisi, la Protezione Civile FVG si presenta rafforzata nell’organico e nell’esperienza grazie ai due anni di pandemica Covid appena trascorsi: il morale tra gli operativi sembra pertanto alto.
[z.s.]