04.03.2022 – 12.30 – Ha scatenato un polverone la proposta della Confcommercio provinciale di Udine di ingaggiare alcuni dei profughi ucraini in arrivo nei prossimi mesi per fare fronte alla grande domanda di lavoro che si prospetta nelle strutture alberghiere della regione nella prossima estate, soprattutto nella zona di Lignano Sabbiadoro: “Viste le tante persone che, con la guerra in Ucraina, si presenteranno ai nostri confini e verranno accolte, si potrebbe pensare a quote aggiuntive che consentano a qualche immigrato in arrivo dai territori del conflitto di trovare lavoro nelle nostre imprese. Si potrebbe anche favorire la possibilità di inserimento lavorativo temporaneo per il periodo estivo, agevolando con servizi di nursering/asilo chi giunge sul territorio con figli al seguito”.
L’instabilità dovuta alle ripetute chiusure negli ultimi anni sembra aver convinto molti degli abituali collaboratori del settore turistico a cercare una nuova collocazione nel mondo del lavoro, creando un improvviso vuoto di domanda a fronte di un’offerta che, in condizioni stabili, si prevede in crescita.
La proposta nasce in ragione del costante aumento del flusso di donne e bambini in fuga dalla guerra: già migliaia di civili, dacché è avvenuta l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, sono arrivati ai confini tra Slovenia e Friuli. Un numero che non potrà che aumentare.
La proposta di Confcommercio ha scatenato reazioni dure sia nel mondo del lavoro che sui social. Tra le prese di posizione più severe c’è la risposta di Francesco Buonopane della Filcams Cgil Udine e Fvg: “Abbiamo avuto modo oggi di leggere sugli organi di stampa locali alcune considerazioni di Confcommercio Udine sulla presunta opportunità di impiegare i profughi ucraini negli alberghi, nei ristoranti, nei bar, data la vera o presunta mancanza di personale qualificato. Spiace constatare quella che è quantomeno una caduta di stile dell’associazione datoriale nell’utilizzare un tema così grave e drammatico quale appunto una guerra per nascondere un problema, la mancanza di manodopera, la cui responsabilità sta in capo tutta al mondo delle imprese, strumentalizzando – difficilmente riusciamo a trovare altri termini – una tragedia per meri fini di opportunità”.
“Questo è il momento della solidarietà, dell’accoglienza, della condivisione di valori come la pace, la fratellanza, l’uguaglianza. Confcommercio farebbe meglio ad interrogarsi sul motivo per il quale le imprese, a detta loro, non trovino lavoratori che si scrive debbano essere qualificati. La realtà dei fatti ci indica che le responsabilità di questa situazione non vanno imputate a variabili esterne, certo presenti e influenti, ma soprattutto nelle condizioni offerte alle lavoratrici ed ai lavoratori, ai contratti precari, ai bassi salari, alle vaste aree di lavoro grigio e irregolare, a una marcata stagionalità e a contratti sempre più corti, che difficilmente consentono una programmazione di vita”.
“Si inizino a rispettare le norme ed i contratti collettivi nazionali, garantendo turni di lavoro equi e giuste retribuzioni, si provi a destagionalizzare il turismo attraverso politiche pubbliche serie e coordinate tra i vari livelli istituzionali, si cominci veramente ad investire in professionalità e competenze: i risultati, quantomeno nel medio lungo periodo, incomincerebbero ad arrivare”.
[p.l]