12.02.2022 – 18.37 – Le istituzioni del Friuli Venezia Giulia si sono riunite quest’oggi, sabato 12 febbraio, al Teatro Miela di Trieste per celebrare la nascita di Confcooperative Alpe Adria (Caa), una comunità fatta della fusione delle esperienze delle realtà di Trieste, Udine e Gorizia che al vertice hanno messo una donna già avvezza al comando, Paola Benini. Un insieme di oltre 400 imprese cooperative, oltre 24mila soci, 11mila addetti, per un fatturato di quasi 500 milioni di euro. All’evento hanno presenziato il vicegovernatore della Regione, con delega alla salute e alle Politiche sociali, Riccardo Riccardi; il presidente del Consiglio Regionale, Piero Mauro Zanin; il Sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza; Antonio Paoletti. presidente Cciaa Venezia Giulia; Maurizio Gardini, presidente confederazione cooperative italiane; Daniele Castagnaviz, presidente Confcooperative Fvg; il ministro della Politiche agricole Stefano Patuanelli e, da remoto, il sottosegretario allo Sviluppo economico Anna Ascani. Al primo vagito istituzionale di Caa non hanno voluto mancare i consiglieri regionali Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar), Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), Andrea Ussai (M5S) e Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia).
LA COOPERAZIONE STRUMENTO FONDAMENTALE PER RIPARTIRE – “La cooperazione è la risposta più naturale al bisogno di impresa inclusiva e generativa di benessere sociale, di lavoro e ricerca di senso con gli altri e per gli altri” sono state le parole della presidente, Paola Benini, nell’aprire il convegno che ha celebrato la nascita di CAA (moderato dal direttore del Messaggero Veneto e de Il Piccolo, Omar Monestier). “Le imprese cooperative – ha spiegato Benini – non delocalizzano, non hanno sede in paradisi fiscali, non hanno proprietari esteri. Sono radicante, invece, sul territorio dove investono e, spesso, lo fanno in piccole comunità locali, assumendo personale in loco. Quello che si concretizza oggi è un percorso indispensabile. Siamo leader silenziosi, forse troppo, in settori che altre realtà hanno abbandonato o dove, per la scarsa redditività, hanno preferito nemmeno entrarci. Agricoltura, welfare e servizi alle persone, servizi alle imprese, gestione del patrimonio culturale ambientale e turismo, negozi di comunità, sono solo alcuni dei settori di riferimento”. “Quella dell’unificazione – ha aggiunto poi Gardini – rappresenta un’occasione di sintesi associativa e di rafforzamento della rappresentanza istituzionale. Dalla crisi post pandemica ai rincari di energia e materie prime sono tanti i fronti sui quali siamo impegnati. Compreso quello di rendere più omogeneo lo sviluppo, perché non si può fare il +6% sul Pil, se questo boom accentua le diseguaglianze e spacca il paese in due, tra chi ha di più e chi scivola verso il baratro della povertà. Questo è il momento dei progetti che abbiano un’immediata ricaduta sociale ed economica. È il momento della costruzione. È il momento di spingere sull’acceleratore della crescita sostenibile e inclusiva. In questo le cooperative indicano la strada maestra perché sono le forme d’impresa radicate sui territori. Perché svolgono, da artefici del bene comune quella funzione che le viene assegnata dall’Art. 45 della Costituzione in tutti i settori in cui operano: dalla solidarietà alla sanità, dall’agroalimentare alla produzione lavoro e servizi, dal credito alla cultura, dall’abitare allo sport e allo spettacolo, dalla distribuzione al consumo e al dettaglio. Noi ci siamo e le cooperative legittimano sul campo di essere una delle frontiere più avanzate dell’impresa sociale e dell’economia civile di questo paese.”. Il ministro Patuanelli ha quindi aggiunto che “La cooperazione è un elemento fondamentale per tenere unite tutte le filiere consentendo di arrivare fino al produttore e, unitamente ai consorzi, di garantire una redditività con riferimento in particolare al mondo della agricoltura.”, mentre per Ascani “questa nuova realtà è un punto di riferimento importante per il territorio. Il sistema cooperativo durate la pandemia e in questo momento di ripartenza ha un ruolo fondamentale così come ha avuto un ruolo di primo piano nelle fasi più complesse della pandemia quando le istituzioni non riuscivano a dare una risposta a tutte le necessità della popolazione. Il Pnrr sarà un capitolo fondamentale per il mondo delle cooperative grazie anche alla capacità di innovare che esiste in questo sistema”.
RICCARDI: CAA RETE DI CUI SENTIVAMO BISOGNO – “Esprimo l’apprezzamento della Giunta regionale per il grande sforzo compiuto da Confcooperative che è riuscita a unire le esperienze territoriali di Trieste, Udine e Gorizia creando una rete più forte e raggiungendo un risultato non scontato. Una rete di cui sentiamo il bisogno in questo momento di ricostruzione auspicando il superamento della pandemia. Il mondo della cooperazione, in particolare quello della cooperazione sociale assieme al sistema istituzionale, è in grado di trovare soluzioni ai bisogni di salute dei cittadini. Le istituzioni devono utilizzare con maggior forza queste esperienze che, nella ricostruzione immateriale, post pandemia, possono ricoprire un ruolo di rilievo”. Queste le parole del vicegovernatore Riccardi nel suo intervento. “L’integrazione socio-sanitaria e la sanità territoriale – ha aggiunto – hanno bisogno della cooperazione e, in particolare, della cooperazione sociale. Continueremo a lavorare assieme guardando con interesse al rafforzamento nato con Confcooperative Alpe Adria”. Il vicegovernatore si è soffermato sulla capacità di risposta del sistema cooperativo attraverso la cooperazione sociale “che – ha detto – considero insostituibile. È un sistema che deve giocare un ruolo da protagonista in questa fase di ricostruzione dopo la pandemia, una ricostruzione immateriale molto diversa dall’esperienza del sisma del ’76 e più complessa. In questa cornice si inserisce la necessità di dare risposte anche ad una tensione sociale frutto delle conseguenze del periodo pandemico attraverso la grande esperienza della cooperazione, tramite la coprogettazione fondata sul principio della sussidiarietà”. Il vicegovernatore ha auspicato una maggiore integrazione con il mondo della cooperazione sociale che, ad esempio, nella domiciliarità è in grado di offrire soluzioni significative.
ZANIN: MODELLO COOPERATIVISTICO È RISPOSTA STRATEGICA – “Mi è sempre piaciuto il simbolo del melograno, perché rappresenta la forza delle singolarità e al contempo l’unione nella cooperazione”, ha detto Zanin in apertura di intervento facendo un riferimento al frutto scelto dalle coop a loro immagine. “Dentro il modello cooperativistico – ha poi sottolineato – c’è la risposta strategica per l’intero nostro Paese. Dopo il fallimento del modello economico del proletariato al potere, anche quello selvaggio liberista sta mostrando il suo fallimento, perché la pandemia renderà sempre più ricchi i ricchi e una classe media che, causa l’inflazione e l’aumento dei costi delle materie prime e delle bollette, sarà sempre più povera. Pochi ricchi si occuperanno in maniera magnanima di tanti poveri, ma facendoli diventare non più cittadini ma sudditi. Allora la risposta è nella solidarietà”. Zanin non ha risparmiato le critiche a quelle cooperative che “hanno cercato di scimmiottare società per azioni, aziende che cercano il massimo lucro attraverso lo sfruttamento della forza lavoro”, mentre si deve restare “nel significato per cui nasce una cooperativa, ovvero esaltare il valore dell’uomo attraverso un’azione che si chiama lavoro, certo per fare ricchezza ma finalizzata alla condivisione sociale e solidale di quella produzione, all’esaltazione della classe media”. Il monito del presidente è quindi andato al dare la massima attenzione all’aumento del debito, perché sarà eredità delle prossime generazioni. Inoltre, è vero che si deve puntare al massimo profitto, ai servizi e alle infrastrutture migliori, ma tutto ciò non può andare a scapito dei lavoratori e della loro vita.
ADESSO UN OSSERVATORIO PER LA SICUREZZA SUL LAVORO – “Serve una seria riflessione sul significato della parola lavoro e del morire per lavoro”, ha evidenziato Zanin, annunciando l’intenzione di far coinvolgere attivamente il Consiglio regionale su questo tema e, per farlo, istituire “un apposito osservatorio che collabori con le forze datoriali per dare risposte sinergiche e coordinate, non di maniera ma di sistema”. “Siamo soddisfatti nel sentire il presidente del Consiglio regionale proporre un osservatorio per la sicurezza sul lavoro, come avevamo chiesto noi già lo scorso ottobre” ha commentato su questo stesso argomento, in separata sede, il capogruppo in consiglio regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo. “Il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro è stato da sempre al centro dell’azione politica del MoVimento – continua Sergo -. In più occasioni abbiamo avanzato proposte per potenziare gli organici delle Aziende sanitarie per la prevenzione e i controlli”. Sergo ha quindi aggiunto: “L’osservatorio era stato da noi proposto in occasione del voto alla mozione su sicurezza e caporalato, approvata all’unanimità dall’aula, chiedendo allo stesso tempo controlli a tappeto e non soltanto a campione nelle aziende. L’auspicio – conclude Sergo – è che questo organismo si crei prima che si verifichi un’altra tragedia, nella convinzione che la prevenzione sia la miglior risposta al problema”.
ROJC-MORETTI: COOPERATIVE DETERMINANTI PER FVG – Sull’importanza che la nascita di CAA avrà per l’economia e quindi per il lavoro e, di conseguenza, per l’intera società nella Regione si è espressa anche la senatrice del Partito Democratico eletta in Friuli Venezia Giulia, Tatjana Rojc. “Gli obiettivi e gli auspici che sono alla base della nascita di Confcooperative Alpe Adria confermano una vocazione che coniuga capacità d’intrapresa, missione sociale e legalità. È un fatto molto importante per Udine, Gorizia e Trieste, che coprono un territorio dove le cooperative hanno svolto sin dalla prima metà del secolo scorso un ruolo determinante nello sviluppo di numerosi settori, dall’agricoltura al socio-sanitario, dalla cultura all’editoria fino agli istituti di credito. Il rilievo dato ai lavoratori dal presidente Gardini è molto apprezzabile e non rimane inascoltato l’appello al confronto con la politica” ha commentato la senatrice. “Il melograno eletto come simbolo – ha aggiunto la senatrice – definisce il senso degli individui nella comunità e accenna alla rinascita che, in questa fase di uscita dalla pandemia, è particolarmente evocativo”. Sulla stessa linea d’onda della senatrice il capogruppo del PD in Consiglio Regionale, Diego Moretti: “Il mondo della cooperazione, negli anni e anche in questo periodo di forte criticità, ha sempre garantito le risposte ai bisogni economici, sociali e culturali delle nostre comunità, dimostrando la sua centralità nei diversi sistemi territoriali. Oggi la nascita di Confcooperative Alpe Adria rafforza questi concetti, dando esempio di forza nell’unità e nella coesione per uno sviluppo sinergico, nell’ottica di crescita di un sistema regione. Compito delle istituzioni, Regione in primis, è di garantire, come fatto in passato, di tenere al centro dell’attenzione il sistema cooperativistico, che con i suoi valori e con la sua capacità di fare rete ha contribuito a tenere saldo il nostro sistema di fronte a diversi cambiamenti che hanno attraversato la società”.