10.02.2022 – 07.10 – A meno di ventiquattro ore dalla comunicazione da parte del Comune di Udine di intitolare, durante le celebrazioni del Giorno del Ricordo, la rotonda Sant’Osvaldo a Norma Cossetto si è verificato il primo indegno e vile atto nei confronti di un simbolo dei martiri delle foibe. Nel pomeriggio di ieri è stato sbattuto a terra il palo recante il nome della giovane Norma, una studentessa di origine istriana, che frequentava l’Università di Padova. Fu incarcerata in una scuola di Antignana in Croazia dove, prima di essere infoibata dai partigiani titini, fu violentata e seviziata barbaramente. A rispondere immediatamente all’ignobile gesto in una nota è stato il sindaco di Udine Pietro Fontanini. Ad essa hanno fatto seguito le parole di diverse figure politiche regionali sdegnate da reiterati gesti che ogni anno si ripetono in questo periodo. Così la consigliera comunale di Udine Eleonora Meloni (Pd ), già delegata di quartiere a S. Paolo, S. Osvaldo e S. Rocco : “Ferma condanna per l’atto vandalico consumato a Sant’Osvaldo ai danni della targa che verrà apposta in ricordo di Norma Cossetto in occasione del Giorno del Ricordo”. “Gli attacchi che si ripetono ogni anno – continua la consigliera dem – sono contro la dignità del ricordo, contro le vittime e il dolore degli esuli. Nella migliore delle ipotesi sono attacchi figli dell’ignoranza ma spesso sorgono dalla deliberata volontà di disconoscere l’orrore delle foibe e il dramma dell’esodo istriano giuliano dalmata”. Per Meloni “questi teppisti si nutrono di falsa ideologia, perpetuano l’odio, rinfocolano le divisioni, godono del rancore. Auspico che gli autori di questo vile atto vengano presto individuati. Il Giorno del Ricordo deve essere una celebrazione di tutti e dobbiamo lavorare affinché i negazionisti non trovino più spazio per insinuare le loro teorie o – conclude – per rinnegare quanto ci hanno testimoniato gli stessi esuli”
Non da meno il commento del deputato di Forza Italia Roberto Novelli il quale scrive, “puntuali, come ogni inizio febbraio, vigliacchi infangano la memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Se le responsabilità delle violenze compiute ai danni degli italiani sul confine orientale sono ascrivibili a un’ideologia, quella comunista, i vandalismi che periodicamente accadono in Friuli Venezia Giulia e in tutta Italia, hanno nomi e cognomi, e sono quelli degli ‘intellettuali’ riduzionisti e dei negazionisti che ancora oggi alimentano odio e divisioni, tacciando il Giorno del Ricordo di revanscismo neofascista. Personaggi che non si rassegnano al fatto che, dopo decenni di silenzi colpevoli anche e soprattutto da parte delle istituzioni politiche e culturali, finalmente si rende omaggio alle vittime di una tragedia nazionale. Perseverare nel boicottare il Giorno del Ricordo per ragioni ideologiche è un errore, perché il 10 febbraio non è patrimonio della sola destra, tantomeno dei gruppuscoli nostalgici e fuori dal tempo, ma una solennità che mira a riappacificare la comunità“. “Confido che gli idioti che hanno materialmente abbattuto la targa siano presto identificati e puniti a norma di legge, ma ancor più spero che finalmente si lasci ai superstiti dell’esodo e agli eredi delle vittime la possibilità di ricordare in pace. Perché un cartello stradale si reinstalla in poche ore, mentre per dissolvere la nebbia da questa pagina di storia ci sono voluti decenni”, conclude Novelli.
Pierpaolo Roberti, assessore regionale alle Autonomie locali e corregionali all’estero, ha sottolineato che “questo gesto dimostra come ancora oggi ci sia chi nega o ridimensiona il dramma rappresentato dalle foibe e dall’esodo. Le sofferenze e i drammi legati al confine orientale e all’esodo istriano fiumano e dalmata sono parte della storia del nostro Paese e dell’Europa intera e non possono più essere ignorati come sia avvenuto troppo a lungo”. “Un gesto riprovevole che risulta, se possibile, ancora più vergognoso perché compiuto alla vigilia del Giorno del Ricordo e dell’inaugurazione della rotonda a Norma Cossetto, che della tragedia delle foibe è divenuta uno dei simboli più noti”. “Giustamente oggi le foibe e l’esodo sono temi che vengono affrontati nelle scuole e non sarà certo un gesto vile come quello di oggi a cancellare il percorso di riconoscimento pubblico di quei drammi avviato finalmente dall’Italia” ha concluso l’assessore.
[l.f]