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sabato, 19 Aprile 2025

Massimo De Santis: in arte la disabilità non esiste

05.02.22 – 09.20- “Hai notato? Non disegna mai una nuvola nel cielo”. Certe persone si nascondono nell’ombra della folla, coltivando indisturbate le loro passioni e arrivando silenziosamente a risultati straordinari. In questi casi, l’unica cosa da fare è togliere il velo dell’anonimato: non per egocentrismo, bensì per un giusto merito che diventa allo stesso tempo esempio per altri che si trovano nella stessa situazione. É il caso di Massimo De Santis, classe 1969, originario di Arcinazzo Romano (Roma). Pittore fin dalla giovane età, affetto da importanti disabilità psicomotorie. Ciò però non ha impedito all’uomo non solo di coltivare la sua passione ma di vivere ogni giorno con il sorriso e la voglia di portare positività ovunque si trovi. La sua storia ha colpito molto il cineasta Ugo Puglisi, che ha incontrato Massimo per caso a Trieste tramite i genitori; ha così deciso di approfondire la sua pittura e di farla conoscere a due artisti dell’ambiente triestino, come Arturo D’Ascanio e Rita Tripodi. Entrambi hanno ritenuto lodevole la sua arte tanto che Tripodi afferma: “Nei suoi dipinti trova una descrizione autentica dell’ambiente, esaltata da forti contrasti cromatici che sprigionano uno slancio creativo”. Spesso in città-in quanto il fratello lavora nel capoluogo friulano- si rifugia nella sua stanza dove lavora ininterrottamente. Ad accoglierci nella sua casa lo troviamo assieme alla madre, suo costante sostegno, e a tantissime fotografie raffiguranti tutti i quadri dipinti in 28 anni. I suoi soggetti preferiti sono i paesaggi, i fiori, i cavalli ed il mare ma c’è anche la ‘bora’ triestina ed alcune riproduzioni, tra le quali De Santis ammette di ritrovare la sua opera preferita, ovvero il quadro dei girasoli di Van Gogh. 

Massimo ha una sensibilità enorme ed i suoi dipinti trasmettono tutto il mondo che non riesce a vivere nella realtà di tutti i giorni. La sua arte ad acrilico, è principalmente figurativa,  anche se non può essere propriamente incanalata in un unico stile. Il simbolismo e la vivacità cromatica di taluni quadri sono però così significativi da lasciare meravigliati, come se la sua anima avesse trovato la via ideale per comunicare con l’esterno. Sua madre, Silena, fa spesso da tramite nel comunicare per lui. Ci confida: “Massimo è stato colpito da un ictus a 18 mesi. Da quel giorno, purtroppo, la nostra vita è cambiata. Da subito io e mio marito abbiamo deciso di fare di tutto per aiutarlo a migliorare e a vivere una vita il più possibile dignitosa. Anche se a volte non è facile comprenderlo, la gioia di vivere e la forza che ci mette ogni giorno sono un grande esempio per chi si trova nella sua condizione ma anche per coloro che magari si lamentano per piccolezze. Nonostante le difficoltà, voglio dire ai genitori che si trovano nella stessa situazione di metterci l’anima e non mollare: andate avanti dritti perché ogni sforzo poi porterà a risultati dei quali sarete fieri.”

Sì, perché la storia di Massimo inizia proprio da un rifiuto: “Frequentando il primo anno dell’ Istituto d’Arte, una professoressa aveva accartocciato un suo disegno. Disegno per il quale aveva lavorato con impegno tutta la notte. Con orgoglio, ha deciso di non darsi per vinto, anzi: dopo aver ripreso il bozzetto a matita che era stato gettato dall’insegnante, la sera stessa ha iniziato a dipingere e non ha smesso fino al mattino, creando un quadro rappresentante le ninfee.” Da quel momento è determinato a fare un passo in più: “Da sempre molto estroverso e sfrontato, un giorno decise di andare alla mostra del maestro Bruno Merlino, mettendosi in tasca i disegni fatti a scuola per farglieli vedere.” afferma la mamma. Il suo talento non è rimasto indifferente a Merlino che decide all’istante di prenderlo ‘sotto la sua ala’, insegnandogli pian piano a trattare con il colore. De Santis inizia quindi a fare mostre ad Arcinazzo, Roma, L’Aquila, ecc. L’ultima risale al 2018.

Se non c’è la tela, dipinge dove capita: marmo, foglie, sassolini, tegole. I ritmi di lavoro, come ogni artista che si rispetti, sono tutti suoi: può andare avanti tutta la notte a dipingere oppure finire dopo alcuni giorni. Sempre, però, accompagnato dalla fragoroso vocìo di stereo e tv. L’ultimo quadro dipinto risale al periodo del lockdown e proprio per questo, risulta particolarmente d’impatto: in un’atmosfera di divisione e timore, rappresenta gentilezza, amore e comprensione reciproca. Passione e talento portano questo artista a superare ogni barriera, rendendo il tutto ancora più fluido grazie alla sua disarmante positività che fa evaporare ogni indugio in chi lo circonda. Tutti i singoli quadri dipinti da Massimo De Santis raccontano una storia più ampia, che vuole comunicare, con una semplicità disarmante, che “se affrontiamo la vita con un sorriso, ricordandoci di ringraziare per le cose belle, possiamo davvero fare tutto. Non bisogna mai demordere.”

Foto e articolo di Michela Porta

 

 

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