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venerdรฌ, 6 Giugno 2025

Elezioni Quirinale: quadro frammentato e molte astensioni

28.01.2022 โ€“ 07.10 – Ieri, per il quarto giorno consecutivo, si รจ registrato un nulla di fatto a Montecitorio, dove i Grandi Elettori sono riuniti per decidere chi sarร  il prossimo Presidente della Repubblica Italiana. Non รจ stata raggiunta da nessun candidato la soglia di 505 votiย (ovvero, la metร  piรน uno dei votanti) necessaria per insediarsi al Quirinale. Aumentano i voti in favore dellโ€™attuale Capo dello Stato,ย Sergio Mattarella, che dopo i 125 voti ricevuti alย terzo scrutinioย รจ salito a 166 preferenze. Dietro di lui, il magistrato (nonchรฉ presidente dellโ€™Associazione Nazionale Magistradi di Palermo)ย Nino Dimatteo, che รจ stato votato da 56 elettori.ย Altissima lโ€™astensione: il centrosinistra aveva comunicato giร  in mattinata che avrebbe lasciato bianche le proprie schede, mentre a destra non vi รจ stata unitร  di intenti e qualcuno aveva scelto di non partecipare alla chiama. Il risultato รจ che soltanto in 274 (279 se si contano le schede nulle) hanno apposto un nome sulle schede, mentre i restanti 702 grandi elettori presenti oggi a Montecitorioย non hanno partecipato. Si prolunga dunque lโ€™elezione del prossimo inquilino del Quirinale: domani, alle 11, si tornerร  in aula per il quinto scrutinio.

ANCORA UNA GIORNATA INTERLOCUTORIA โ€“ Che il quarto scrutinio possa essere ancora interlocutorio appare chiaro giร  prima della chiamata, quando prima il Partito Democratico, poi Italia Viva annunciano di votare scheda bianca, decisione poi allargata allโ€™intero fronte diย centrosinistra. Da destra invece sono i Grandi Elettori di Fratelli dโ€™Italia a chiamarsi fuori,ย astenendosi dalla votazioneย (รจ la seconda volta nella storia repubblicana: il precedente risale al 1992, quando furono i Grandi Elettori della Democrazia Cristiana a rifiutare la scheda) e inasprendo laย frattura in seno al centrodestra, nonostante lโ€™apertura mattutina di Forza Italia alla scelta di unย nome di alto profilo istituzionaleย e alla rinuncia a una candidatura di bandiera e a dispetto dei vertici tenuti in mattinata, e a unย confronto con il centrosinistraย e tutto il campo progressista, arrivata dal leader Antonio Tajani. Da parte del MoVimento 5 Stelle, invece, di fronte alla mancanza di nomi validi (โ€œSono un centravantiโ€ avrebbe detto nella serata di ieri Giuseppe Conte, presidente pentastellato, usando una metafora calcistica โ€œma se non arrivano palle buone รจ complicatoโ€), viene data libertร  di voto ai propri elettori. Irritato, invece, il leader di IV Matteo Renzi, a cui infastidisce sia la perdurante situazione di stallo (โ€œRischiamo di perdere credibilitร  internazionaleโ€) sia il continuo emergere di nuovi nomi.

TANTI I NOMI, TANTA Lโ€™INCERTEZZA โ€“ Tra i nomi circolati iieri, quello di Elisabetta Belloni, diplomatica e attuale dirigente del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (che secondo alcune fonti sarebbe stato gradito a FdI, ma non ai renziani e ai pentastellati); quello di Pierferdinando Casini (che in realtร  รจ tra i nomi caldi sin da prima che avessero inizio le votazioni), che la Lega avrebbe comunque immediatamenteย bocciato; quello diย Marta Cartabia, attuale Ministro della Giustizia, riproposto dal fondatore di Azione, Carlo Calenda; Luigi Manconi, attuale senatore del PD, appoggiato da Sinistra Italiana e da Europa Verde. Insomma, al quarto giorno di scrutinio (e di trattative) emerge ancora un quadro molto frammentato, anche tra forze politiche che appaiono tradizionalmente vicine. Ciascuno non sembra intenzionato a rinunciare al proprio candidato, nรฉ a votare il candidato altrui, a dispetto delle dichiarazioni, nรฉ โ€“ tantomeno โ€“ a discutere su nomi che possano sanare le distanze. La questione Quirinale si intreccia in modo ancora piรน stretto alle sorti del Governo, come ribadito nella serata di mercoledรฌ 26 gennaio dal segretario PD Enrico Letta: โ€œLegare la vicenda del presidente della Repubblica con la tenuta dellโ€™esecutivo non รจ una sgrammaticatura istituzionale.โ€ avrebbe dichiarato, per poi aggiungere che โ€œDobbiamo fare di tutto per evitare di perdere Draghi, di qualsiasi ruolo si tratti.โ€. Insomma, lโ€™elezione del Presidente della Repubblica, rischia di far saltare il banco anche al Governo, a prescindere dal destino dellโ€™attuale Presidente del Consiglio, Mario Draghi e del suo eventuale trasferimento al Colle; appare evidente che nessuna delle forze che compongono lโ€™attuale maggioranza sia davvero disposta a trattare. E, in mancanza di un accordo sulla massima carica dello Stato, potrebbero venire meno anche i patti per sostenere lโ€™attuale esecutivo.

[E.R.]

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