28.12.2021-07.10 – Magari non sarà un capodanno da zona rossa e coprifuoco prolungato, eppure, nemmeno per il 2021 sarà possibile festeggiare l’arrivo del nuovo anno così come lo si era auspicato: con una parvenza di normalità. Con la paura per la diffusione della variante Omicron e il rischio dell’aumento dei contagi, il governo ha deciso di tirare il freno a mano per le feste, giocando d’anticipo e prevenendo il rischio di assembramenti. Il decreto del 24 dicembre si abbatte infatti come una scure sugli eventi di fine anno, vietando fino al 31 gennaio eventi, feste e concerti che implichino assembramenti in spazi all’aperto, da un lato, e prevedendo la chiusura di sale da ballo, discoteche e locali assimilati dall’altro.
Un ulteriore e grave danno per il mondo dell’intrattenimento notturno, già duramente messo alla prova in questi due anni di pandemia (le discoteche sono state tra le attività chiuse più a lungo) e che sperava, con gli incassi delle feste di fine anno, di poter tirare un po’ il respiro. “Non dimentichiamoci che comunque ci sono imprenditori che devono tenere chiuse le loro aziende e questa è una sensazione che è prolungata da troppo tempo e che ovviamente fa malissimo al comparto” sottolinea la presidente di Fipe Trieste, Federica Suban, intervenendo nel merito ed esprimendo la massima solidarietà alla categoria. “È un fine anno molto triste” aggiunge, “un bilancio molto negativo, non solo sotto il profilo economico ma anche sotto il profilo umano, perché insomma in questi anni veramente sono quelli che hanno patito di più” ribadisce, ricordando gli enormi sforzi fatti dagli stessi imprenditori, con investimenti finalizzati alla messa in sicurezza dei locali al fine di poter riprendere al più presto le proprie attività.
Feste ed eventi che, non è difficile immaginarlo, erano già organizzati da tempo e il cui annullamento, quasi da un giorno all’altro, comporta inevitabilmente ulteriori spese e costi (si pensi ad esempio alle prevendite già vendute). Un tempismo che, se da un lato viene dettato dai tempi dell’emergenza, dall’altro mal si adatta alla realtà di chi gestisce un’attività come ad esempio un bar o un ristorante, e che da un giorno all’altro si trova a dover mettere in pratica le nuove misure. “Questa è un’ulteriore difficoltà sorta per tutto il comparto. Perché anche il bar deve attrezzarsi: è chiaro che organizzarsi dalla mezzanotte del 24 dicembre all’apertura del bar, magari alle sei del mattino del giorno dopo, non è semplice. Quindi anche come categoria c’è stato un super lavoro proprio a cavallo delle grandi feste”.
“In una visione un po’ più ampia e a lungo termine” riflette infine Suban, “credo che questa situazione non sarà molto diversa anche il prossimo anno, anche se io me lo auguro: siamo ancora in una fase in cui i contagi aumenteranno sempre nel periodo autunno-inverno. Quello che posso dire è di cercare di vivere come se fossimo degli stagionali, capire che da aprile a ottobre si lavorerà a pieno regime e utilizzare questi periodi, so che non sono sufficienti per l’azienda – precisa – al massimo. Perché questa sarà la situazione fino a che non torneremo a una normalità e abbiamo visto, anche nella prima fase, quanto forte è stata la ripartenza in primavera e in estate. Temo che questo sarà l’andamento, e non è semplice da gestire”.
[n.p]