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venerdì, 11 Aprile 2025

Carcere di Udine: una ristrutturazione non solo edilizia

Zanin: "Trasformare quell'edificio in un genius loci, un luogo in cui ci sia interazione tra spazio e identità"

13.11.2021-07.30 – Una ristrutturazione che non sia soltanto edilizia. È questo, come ha detto con felice sintesi Roberta Casco, presidente dell’associazione Icaro, l’obiettivo di
fondo del progetto “via Spalato cambia volto”, presentato ieri in sala Ajace a Udine con un convegno che ha preso di petto i tanti nodi irrisolti della questione-carcere.

Gli attesi lavori di riqualificazione della casa circondariale udinese in programma nel 2022 sono stati agganciati al cronico problema del sovraffollamento e più in generale – come hanno spiegato il garante dei detenuti del Comune di Udine, Franco Corleone, e il presidente della Società della ragione, Massimo Brianese – alla piena attuazione dell’articolo della Costituzione che assegna alla pena una finalità rieducativa e non
semplicemente punitiva.

Al convegno ha preso parte anche Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale, che ha voluto ricordare innanzitutto una data tragica per via Spalato, “quel giorno del giugno 1978 in cui il maresciallo Santoro venne ucciso dal commando terrorista di
Cesare Battisti”.

“L’esecuzione – ha osservato il presidente – avvenne davanti al carcere perchè quel luogo era un simbolo, e ora dopo più di quarant’anni sono contento che si cerchi di dare una dimensione diversa a questo simbolo, che si voglia cioè, con i grandi lavori che sono in programma, trasformare quell’edificio in un genius loci, un luogo in cui ci sia interazione tra spazio e identità“.
Un lungo percorso che Zanin ha accostato a quello del riconoscimento dei fucilati di Cercivento, “uccisi per l’esempio durante la prima guerra mondiale, a cui finalmente è stato restituito l’onore con la legge approvata nei mesi scorsi dal Consiglio regionale”.

“La finalità del carcere – ha aggiunto il presidente – non può che essere quella del recupero del detenuto, perchè se così non fosse la pena diventerebbe intollerabile e mostruosa, fine a se stessa. E per lavorare in quella direzione servono spazi nuovi e
adeguati. Grazie dunque a chi si batte per questa concezione del carcere: dobbiamo tutti diventare degni di quell’articolo della Costituzione. E forse oggi – ha concluso il presidente – siamo tutti un po’ più coscienti di quel che significa privazione della libertà, in quanto ne abbiamo fatto una piccola esperienza durante il lockdown”.

Ha portato i saluti anche il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, che ha ringraziato Corleone per il lavoro svolto nei suoi primi sei mesi da garante: “Da parlamentare – ha ricordato Fontanini – visitai via Spalato ed ebbi una terribile impressione nel vedere quei locali medievali, le tante persone, la vetustà degli edifici. Ora l’obiettivo è rendere quel luogo più umano per rispettare la Costituzione e andare verso la rieducazione dei detenuti. Noi in Comune, grazie all’impegno dell’assessore Fabrizio Cigolot, un piccolo passo lo abbiamo fatto assumendo un ex carcerato, perchè crediamo nel reinserimento”.

Al convegno, che si concluderà oggi, hanno preso parte anche Paolo Pittaro, garante regionale dei diritti della persona, e Bernardo Petralia, il capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria.

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