11.8 C
Udine
sabato, 19 Aprile 2025

Blocco dei licenziamenti: ecco cosa è cambiato

02.11.2021 – 07.30 – Con ieri, lunedì 1 novembre, si può considerare ufficialmente terminato il blocco dei licenziamenti anche per terziario, piccole imprese, artigianato e tre comparti dell’industria, ovvero il tessile, l’abbigliamento e la pelletteria.
Il divieto, che era in vigore a partire dal febbraio 2020 quale misura eccezionale, messa in campo per attutire, per quanto possibile, l’impatto dell’emergenza pandemica, riguardava i licenziamenti collettivi o la possibilità per il datore di lavoro di recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo.
Nel settore dell’edilizia e della manifattura, per tutti i lavoratori assunti a tempo indeterminato, il blocco si era già concluso lo scorso 30 giugno, senza conseguenze impattanti sull’andamento delle cessazioni.

Questo termine, però, è stato accompagnato parallelamente dalla scelta del Governo di prorogare invece la cosiddetta cassa integrazione Covid, scontata dei contributi addizionali, che è posdsibile utilizzare fino al 31 dicembre, per un massimo di 13 settimane per le piccole imprese del terziario, commercio, artigiani, giornalisti; per un massimo di 9 settimane per tessile-abbigliamento-pelletteria.
I datori di lavoro con attiva la cassa Covid non possono infatti licenziare, a meno di accordi collettivi raggiunti con i sindacati maggiormente rappresentativi sugli esodi incentivati, cessazione definitiva d’attività d’impresa o messa in liquidazione.

Secondo l’osservatorio Banca d’Italia-Ministero del Lavoro, a seguito della fine del blocco ai licenziamenti per alcuni settori, per ora, “il numero delle cessazioni è rimasto modesto”: si stima che, a luglio, siano stati sbloccati circa 10mila licenziamenti, un numero che comunque si avvicina ai livelli medi del 2019.
Nel mese successivo, ovvero agosto, i licenziamenti sono rimasti contenuti, grazie alla ripresa “ciclica dell’economia e alla conferma delle condizioni favorevoli d’accesso alla cassa integrazione”.

Il rovescio della medaglia riguarda però i lavoratori a tempo determinato e con contratti di collaborazione a scadenza: se infatti il blocco dei licenziamenti ha protetto le persone con contratto a tempo indeterminato, per gli altri si è osservato spesso un mancato rinnovo.
I più penalizzati sono giovani e donne, che, con maggiore frequenza, hanno contratti temporanei, o comunque precari, osservando una penalizzazione anche nel turn-over nelle aziende, a scapito, ancora una volta, dei più giovani.

[c.c]

Ultime notizie

Dello stesso autore