01.11.2021 – 09.00 – Ogni anno, tra i 63 e i 273 milioni di squali muoiono a causa della pesca. Un numero significativo al quale si aggiungono i ‘non numeri’ della pesca illegale che risulta purtroppo ancora molto praticata.
Ma perchè gli squali vengono cacciati? Principalmente per le loro pinne che, solitamente, vengono consumate in Asia in forma di zuppa.
Una pietanza che viene considerata una vera e propria prelibatezza, arrivando a costare anche 90 euro a piatto.
Un business redditizio che cela però il crudele ‘finning‘: si tratta infatti di un processo per il quale le pinne degli squali vengono tagliate in mare, spesso quando l’animale è ancora vivo, gettando il resto dello squalo in acqua, destinato ad affondare sul fondo, dove soffocherà, morirà dissanguato o verrà mangiato vivo.
A partire dal 2013, per arginare il finning nei mari, il regolamento ‘Fins Naturally Attached‘ dell’Unione Europea vieta senza eccezioni lo stoccaggio, il trasbordo e lo sbarco di tutte le pinne di squalo nelle acque dell’UE e su tutte le sue navi. Le pinne devono dunque rimanere naturalmente attaccate alla carcassa quando la nave viene scaricata in porto. Le pinne possono in seguito essere separate dall’animale ed esportate in Asia.
Nonostante ciò, solo nel 2016, la Spagna ha sbarcato ufficialmente 53.000 tonnellate di verdesca, equivalenti a circa 1,75 milioni di animali: la cattura di verdesche nell’Atlantico è infatti quasi raddoppiata dall’inizio del millennio.
In Europa vengono inoltre cacciate altre specie di squali, alcune delle quali più a rischio, come lo squalo mako dalle pinne corte e lo smeriglio.
Una caccia che, com’è intuibile, riguarda principalmente le pinne dell’animale, che non tiene conto anche del significativo impatto che la caccia massiva degli squali può avere anche per gli ecosistemi marini europei.
“La pratica barbara del finning può essere fermata solo una volta che la regolamentazione del commercio lo rende finanziariamente impraticabile. Il regolamento ‘Fins Naturally Attached’ nell’Unione Europea deve essere esteso all’esportazione, importazione e transito di squali e razze”. Questo è quanto chiede l’iniziativa dell’Unione Europea, promossa dai Cittadini Europei, ‘Stop Finning‘: viene dunque richiesto un’estensione dell’attuale regolamento, già vigente, ‘Fins Naturally Attached‘, annettendo importazione, esportazione e transito, lasciando quindi legale solo la commercializzazione dello squalo intero.
Tutti i cittadini europei hanno dunque la possibilità di votare questa iniziativa entro il 31 gennaio 2022 sul sito ufficiale dell’Iniziativa dei Cittadini Europei, inserendo i dati del proprio documento d’identità o accedendo tramite SPID.
Per portare la discussione sul commercio delle pinne di squalo in Commissione Europea saranno necessari un milione di voti.
[c.c]