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Sciopero generale nazionale 11 ottobre, USB-USI-COBAS: “Fermeremo il paese per un giorno”

09.10.2021 – 13.59 – “L’obiettivo è fermare per un giorno l’economia del paese. Fermare fabbriche, scuole. È lo sciopero del lavoro”. Il fronte regionale dei sindacati di base USBUSI e COBAS si è riunito oggi a Trieste per illustrare nel dettaglio le motivazioni dello sciopero dell’11 ottobre. Piano economico del pnrr, taglio della spesa sociale, riforma del fisco, salario minimo garantito. Poi assistenza sanitaria territoriale e domiciliare, migliore formazione nelle professioni sanitarie, aumento delle dotazioni organiche. E ancora, investimenti nell’edilizia scolastica e il trasporto, assunzione degli insegnanti precari e reintroduzione del presidio sanitario a scuola. Sono tanti quindi i motivi che hanno spinto ben quattordici sigle del sindacalismo italiano ad aderire allo sciopero generale nazionale per tutte le categorie, del pubblico e del privato. Trieste ospiterà il corteo del Friuli Venezia Giulia, che partirà da Piazza Goldoni alle ore 10 di lunedì.

“Sarà uno sciopero importante nei numeri – ha affermato Sasha Colautti, di USB – il governo Draghi ha letteralmente rimosso dal piano di rilancio economico del paese gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori italiani. Con un sostegno complice di CgilCisl e Uil si sono sbloccati i licenziamenti, dando il via ad un’ondata di esuberi, delocalizzazioni e ristrutturazioni”. Problematiche vastissime quelle sollevate dai sindacati che individuano la sanità come primo settore chiave che ha mostrato falle sul piano organizzativo dall’inizio dell’emergenza. “Si sono privilegiati i pronto soccorso e le intensive – spiega l’Unione Sindacale Italiana – Una situazione che ha bloccato la formazione del personale medico e infermieristico: per questo va riorganizzato il sistema, a partire dagli studi universitari”. Ciò che denuncia USI è la mancanza di “40mila infermieri. Mancano medici di medicina generale e specialisti. È mancata l’assistenza sanitaria territoriale e domiciliare, che va rivalutata”. “Vanno aumentate le spese e fondi a disposizione della sanità – aggiungono – buona parte di questi fondi vengono dirottati per sistemi d’arma a nostro avviso assolutamente inutili”. Le sigle auspicano un massiccio supporto degli studenti. Sulla scuola “abbiamo riflettuto e lottato sulle condizioni di un settore considerato strategico ma che, assieme alla sanità, sta letteralmente con le pezze al culo – mette in chiaro Davide Zotti, di COBAS Scuola – si punta al digitale ma è evidente non si voglia cambiare nulla della scuola”.

C’è poi in nodo obbligo vaccinale e Green Pass. “Si tratta di uno strumento vessatorio e divisivo – spiega Zotti – calpesta diritto al lavoro e istruzione. Alla faccia del Green Pass gli autobus sono stracolmi. Va ripensato anche il trasporto. È una situazione sconvolgente, che richiede investimenti”.
“La certificazione verde è un’arma di distrazione di massa, il velo che viene steso sopra le tematiche che vogliamo portare a galla” spiega USB, che ritiene al contempo il vaccino una risorsa “indispensabile per combattere la pandemia. Ma il Green Pass è tema che porta una discussione deflagrante nei luoghi di lavoro. È divisivo, lacerante. È sbagliato perché non è una misura sanitaria, non ha nulla a che fare con la garanzia di salute nei luoghi di lavoro, nega piuttosto il diritto al lavoro”. La soluzione? “I tamponi – conclude Colautti – a carico del datore di lavoro”.

Il 7 ottobre i rappresentanti di ConfindustriaCGILCISL e UIL hanno incontrato il Prefetto di Trieste, Valerio Valenti. Successivamente, la Prefettura ha comunicato in una nota come, dopo il confronto, sia emersa “la necessità di una valutazione generale sulle effettive capacità del sistema sanitario regionale di rispondere alle richieste di effettuazione dei tamponi che dal 15 ottobre saranno necessari per consentire ai lavoratori non aderenti alla campagna vaccinale di ottenere la certificazione verde, così come previsto espressamente dalle disposizioni di legge vigenti”. “Il Prefetto – prosegue la nota – ha confermato la propria disponibilità a proseguire nel percorso di dialogo al fine di individuare, con la collaborazione di tutti i soggetti pubblici interessati, eventuali criticità e possibili concrete soluzioni. Con questo obiettivo sarà convocato l’Osservatorio per il monitoraggio delle disposizioni adottate in materia di contrasto e contenimento del virus Covid-19 sui luoghi di lavoro”.

mb.r

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