27.09.2021 – 13.20 – Dopo un inizio anno non particolarmente roseo, con un primo bimestre in negativo, l’avvio del mese di marzo ha registrato una ripresa sul fronte del mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia, superando addirittura i livelli del 2019 nel periodo di maggio e giugno, grazie all’attenuarsi delle misure restrittive. A rilevarlo, l’indagine di Alessandro Russo dell’Ires FVG su rielaborazione dei dati Inps.
Nel primo semestre del 2021 il numero di nuovi rapporti di lavoro dipendente attivati nel settore privato (agricoltura esclusa) in regione è infatti aumentato del 30 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – coincidente con i mesi di lockdown – con 15.500 unità in più. Nel dettaglio, l’incremento si è registrato con una maggiore intensità per quanto concerne le assunzioni a termine (più 30,5 per cento); in somministrazione (più 44,6 per cento); e stagionali (più 48,4 per cento).
Sul fronte opposto, ovvero quello riguardante le interruzioni dei rapporti di lavoro, è stata registrata una certa stabilità per quanto riguarda la prima parte del 2021, con un incremento del solo 1,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020. Un dato, evidenzia l’indagine, riconducibile al bilanciamento tra la crescita delle interruzioni di contratti a tempo indeterminato (più 19 per cento), di apprendistato (più 19,9 per cento) e in somministrazione (più 15,7 per cento), ed il calo osservato invece nel caso dei contratti a termine (meno 11,7 per cento), intermittenti (meno 17,1 per cento) e stagionali (meno 16,9 per cento).
Nello specifico, tra le cause vi è stato un cospicuo aumento in termini di dimissioni (oltre 5.300 unità in più, pari a un più 40 per cento), un incremento dei licenziamenti per natura disciplinare (più 324, pari a un più 38,3 per cento) e delle risoluzioni consensuali (più 233, pari a un più 88,9 per cento). Come conseguenza dell’effetto del blocco dei licenziamenti introdotto dal Governo e ancora vigente nella prima parte del 2021, si è invece registrata una rilevante contrazione (meno 29,5 per cento) per quanto concerne le cessazioni di natura economica.
Infine, per quanto riguarda le partite Iva, nei primi sei mesi del 2021 sono state più di 6.400 quelle aperte in Friuli Venezia Giulia, con un aumento del 60,7 per cento rispetto al primo semestre del 2020. Quello regionale è l’incremento più elevato registrato tra i territori italiani, addirittura doppio rispetto a quello complessivo nazionale (più 30,1 per cento).
n.p