17.09.2021-08.00 – Si tratta di una casetta “isolata, non abitata, realizzata con strutture potenzialmente combustibili e con manto di copertura in lastre di fibra-cemento” nel campo nomadi di via Monte sei Busi. Il Comune la vuole abbattere, perché la considera pericolante dal punto di vista della stabilità e pericolosa per la potenziale presenza di amianto. Il nove luglio scorso, il sindaco Pietro Fontanini ha sottoscritto un’ordinanza per disporre la demolizione. Il primo settembre l’Agenzia del Demanio ha notificato un ricorso finalizzato ad annullare l’ordinanza. Questa mattina, la giunta comunale, accogliendo una delibera dell’assessore Silvana Olivotto, ha stabilito che il Comune “resiste al giudizio e annuncia di adire le vie legali per dare attuazione all’ordinanza”.
Spiega Olivotto: “L’obiettivo è tutelare l’incolumità delle persone. Quella baracca presenta diverse criticità che non possiamo permetterci di trascurare, né minimizzare. Gli interventi dei vigili del fuoco e della polizia municipale hanno accertato problematiche serie. Non possiamo permetterci di temporeggiare. Ci sono rischi concreti per chiunque transiti nei pressi del fabbricato e non ci sono alternative allo smantellamento. La vicenda si trascina dal 2019, quando il Demanio si oppose alla prima richiesta di abbattimento della struttura appigliandosi a un cavillo normativo. Da quel momento, è iniziato un braccio di ferro estenuante che delinea un ulteriore aspetto molto rilevante: il Demanio sostiene che l’eventuale demolizione della casa debba essere portata a compimento dall’amministrazione comunale o, in alternativa, dal proprietario della struttura. Nel primo caso, si tratta di una richiesta non ricevibile perché l’area non è del Comune. Nel secondo, la richiesta pare quantomeno pretestuosa: veramente ci aspettiamo che i residenti paghino l’intervento?”.
Ancora l’assessore: “Mettere in sicurezza il campo nomadi di via Monte sei Busi significa tutelare la salute pubblica e restituire decoro e ordine a un’area che versa in condizioni inaccettabili. Negli ultimi due anni, sono stati effettuati circa 60 interventi dai vigili del fuoco per spegnere focolai o piccoli incendi appiccati nell’area a causa dell’accumulo disordinato di rifiuti. Non ci sono mezze misure: la sicurezza è troppo importante”.