30.07.2021-14.00 – Domenica 25 luglio, la piazzetta davanti alla Chiesa di Porpetto era gremita di gente, in attesa che lo spettacolo itinerante ‘Lost in Macondo’ iniziasse. Gli abitanti del luogo, quelle pièce teatrali le avevano vissute ancora prima che fossero messe in scena, durante l’insolita settimana di permanenza degli attori del Collettivo L’Amalgama, del regista Andrea Collavino e della drammaturga Valentina Diana. Dodici figure bizzarre ai loro occhi, guardate con curiosità, sorpresa e a volte con sospetto, che hanno spezzato la quotidianità di un piccolo paese.

“Noi in questi luoghi, – racconta Andrea Collavino – portiamo il nostro immaginario, che è completamente diverso da quello della gente del paese, però nello stesso tempo ci lasciamo contaminare da ciò che ci sta intorno. Comunichiamo con loro, con persone che hanno molta voglia di raccontarsi. La cosa bella è che c’è stato un punto d’incontro sia nello spettacolo, sia nel lavoro delle interviste del documentario girato a Carlino e Marano. Due approcci diversi, uno d’invenzione l’altro di indagine sul territorio, in cui la gente si è riconosciuta. Non era scontato. Potevano rimanere distaccati. Molti non avevano mai sentito parlare di questo romanzo, caratterizzato da una narrazione ellittica, in cui si fa veramente fatica a capire chi è chi. Un lavoro teatrale basato su un continuo scambio di personaggi, in cui gli attori non interpretano mai la stessa figura. Stai chiedendo al pubblico un’attenzione di un certo livello ma, se le singole scene sono comprensibili e soprattutto sono vicine al reale, al paradosso della vita reale, allora tutti le capiscono e le riconoscono”.
È un lavoro di costruzione difficile da definire, che si struttura intorno alle suggestioni di luoghi e delle persone che li abitano.

“… riprendere le scene descritte dal romanzo e metterle in scena non solo sarebbe stato poco interessante, ma avrebbe creato distacco. – Continua Andrea Collavino – Soprattutto perché quando l’opera è itinerante il pubblico è immerso in una sorta di ‘qui e ora’. È una situazione drastica e non ti permette di far finta di essere da un’altra parte: devi far entrare il pubblico in quella realtà, come in un film, ma con un linguaggio diverso”.

“Lost in Macondo”, non è teatro di strada, non è teatro itinerante convenzionale, non è improvvisazione. L’opera che prende vita proprio perché si trova in quel luogo, è guidata da un lavoro maieutico sugli attori che propongono situazioni e azioni. Il lavoro di Valentina Diana, che scrive i testi a partire dalle suggestioni proposte, offre ai personaggi le parole per raccontarsi all’interno della scena, di viverla con ironia senza scadere nella retorica. Si raccontano, invece di identificarsi, cogliendo l’essenza dello spirito sudamericano di rappresentare in modo crudo, non drammatico, gli eventi della vita, anche quelli più brutali.

Ciò che colpisce della recitazione è la naturalezza con la quale gli attori cambiano continuamente di personaggio e luogo, come se la realtà che li circonda ed il testo di Gabriel Garcìa Màrquez fossero un tutt’uno con le loro emozioni. Non si ha mai la sensazione di un qualcosa di costruito ed innaturale. Ti accompagnano in un viaggio facendoti diventare parte di esso, convolgendoti nei loro atti. E’ come se stessero recitando con te. Il Collettivo L’Amalgama, che si è giuridicamente costituito a Carlino da pochi mesi, di fatto lavora insieme da 8 anni e, nonostante, la distanza fisica che li separa, gli attori sono stati in grado di annulare lo spazio attravesro una continua capacità di ritrovarsi. E questo in scena diventa una forza tangibile.
Dopo lo spettacolo abbiamo ascoltato la ‘voce’ di Porpetto attraverso le parole del Sindaco Andrea Dri:

“Per coloro che vivono il centro, che sono quelle 4 persone che seguono il cabotaggio tipicamente paesano, e si muovono dalla casa, al bar, all’edicola, dove gli orari quotidiani scanditi dalle solite abitudini, è stato un cambio importante. Hanno visto qualcosa di nuovo. Guardato con attenzione, curiosità ed un pizzico di diffidenza queste persone che entravano a Porpetto e rappresentavano una storia ambientata a 6000 km di distanza. Una storia che però riguarda un piccolo paese, e Porpetto è un piccolo paese ma, forse in fondo tutti i piccoli paesi sono un po’ Macondo. Le storie, le famiglie, le sagre, il dolore, l’amore, la morte, il tradimento, l’incesto. Sono tutte storie che ritroviamo nelle piccole realtà. Màrquez ha avuto la genialità di rappresentare in questo contesto tutto quello che succede nel mondo, è un romanzo mondo.

Per cui quando mi hanno proposto di organizzare questo spettacolo a Porpetto, non ci ho messo un secondo a dire di sì, perché credo che sia un’opera che tutti dovrebbero leggere. I cittadini si sono trovati spiazzati di fronte questa cosa e sorpresi perché non sapevano quello che sarebbe successo durante la settimana di prove, anche se abbiamo cercato di promuovere l’iniziativa. Il pubblico che stasera ha visto lo spettacolo, ed è stato numeroso, ha avuto la possibilità di riguardare Porpetto. Troppe volte non guardiamo le cose che ci stanno attorno e ce ne accorgiamo solo quando le vediamo attraverso degli occhi diversi. Avere avuto persone che ci hanno fatto vedere il nostro paese, in uno spettacolo all’interno di esso e non statico su di un palco, ma nel contesto naturale e urbano del paese, ha consentito ai porpettesi di riscoprire i propri luoghi”.

In teatro si chiude il sipario, gli spettatori se ne vanno e nella sala vuota, ancora per un istante, prima che luci si spengano, aleggia l’eco delle voci degli attori. A Porpetto, dove gli abitanti questa esperienza l’hanno realmente vissuta la magia rimarrà nei racconti del paese, verrà tramandata, e forse alcuni di essi sentiranno la mancanza di questa follia.
Adesso la difficoltà e la bellezza di questa sfida sarà quella di scomporre ciò che si è condensato in quest’opera e tagliarla su misura nei luoghi e sugli abitanti di Mione, lasciando alle spalle ciò che è stato per creare qualcosa di nuovo. Nuovi testi, nuove immagini, nuove suggestioni…un nuovo cammino.
Programma
Venerdì 30 Luglio, ore 19.00 – Parata di presentazione a Prato Carnico
Sabato 31 Luglio, ore 19.00 – Parata di presentazione a Ravascletto
Domenica 1° Agosto, ore 12.00 – Parata di presentazione a Comeglians
Domenica 1° Agosto, ore 19.00 – Spettacolo ‘Lost in Macondo’ a Mione. Seguirà proiezione documentario
Regia, ideazione e coordinamento artistico: Andrea Collavino
Drammaturgia: Valentina Diana
Luci: Theo Longuemare
Costumi: Corinne Giugni
Produzione: Collettivo L’Amalgama
Progetto realizzato grazie al sostegno di:
Prospettiva T _ Festival Teatro nei Luoghi in cui saremo ospiti;
La Nuova Banda di Carlino;
Il Gruppo corale Chei di Guart;
Fondazione Friuli;
BIM Bacino Imbrifero del Tagliamento;
Zero Idee;
Evoè Teatro.

Il Collettivo L’Amalgama è composto da cinque attori e cinque attrici, che si sono conosciuti e formati presso la Civica Accademia d’Arte Drammatica ‘Nico Pepe’ di Udine nel triennio 2013-2016, sotto la guida di registi e pedagoghi di livello internazionale. Dieci compagni diversi per esperienze, stili e provenienze che sanno però trovare nell’amalgama degli elementi la loro forza dirompente. Il desiderio di concretizzare alcuni tra i progetti nati all’interno dell’Accademia e di realizzarne di nuovi ha spinto questi giovani attori a continuare a lavorare insieme.
Componenti del collettivo: Caterina Bernardi, Angelica Bifano, Jacopo Bottani, Federica Di Cesare, Massimiliano Di Corato, Gilberto Innocenti, Clara Roberta Mori, Davide Pachera, Stefano Pettenella, Miriam Russo

Andrea Collavino, attore, regista e drammaturgo. Oltre vent’anni di professione come attore e regista, spesso a fianco a maestri della scena italiana e internazionale.
Ha avuto esperienze negli altri ambiti della produzione teatrale e ha una vasta conoscenza del teatro italiano ed europeo, con particolare riferimento alle nuove generazioni e al teatro dell’Europa dell’Est. In qualità di regista, collabora con le produzioni anche dal punto di vista organizzativo, promozionale e amministrativo. Nell’arco della sua carriera, ha lavorato a stretto contatto con colleghi stranieri e in teatri di paesi esteri quali Francia, Spagna, Giappone, Brasile, Germania, Belgio, Svizzera, Russia, Ungheria, Romania, Austria. Ciò ha favorito la propensione al lavoro di gruppo e allo scambio culturale in un sistema complesso fatto di collaborazione e comprensione della diversità. È stato co-direttore del TSU (Teatro Sosta Urbana) di Udine e da anni insegna alla Civica Accademia d’Arte Drammatica ‘Nico Pepe’ (UD)

Valentina Diana, è poeta, drammaturga e autrice di romanzi. Si diploma nel 1997 come attrice alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi e lavora per molti anni come attrice con Marco Baliani, Isabelle Pousseur, Elio De Capitani, Renato Gabrielli, Giorgio Barberio Corsetti, Francois Kahn, Alfonso Santagata, Gabriele Vacis, Denise Marleau, Thierry Salmon. Nel 2008 fonda, insieme a Lorenzo Fontana, la Compagnia 15 febbraio. Collabora con la Compagnia Principio Attivo Teatro, di Lecce, in qualità di autrice e dramaturg. Tra i suoi testi: Fratelli, Ricordati di ricordare cosa? (Premio nazionale di drammaturgia Il centro del discorso 2009), La bicicletta rossa (Premio Eolo Awards 2013 per la drammaturgia), Senza Voce – Storia di Ciccilla briganta, La palestra della felicità, (pubblicato da Cue Press), Opera Nazionale Combattenti presenta i Giganti della montagna atto III, L’eternità dolcissima di Renato Cane e Dimmi, su cosa giuri?. Ha scritto i romanzi Smamma (Einaudi 2014) e Mariti o Le imperfezioni di Gi (Einaudi 2015). Drammaturgia: La palestra della felicità, Opera Nazionale Combattenti presenta i Giganti della montagna atto III, Dimmi, su cosa giuri? Per Edizioni Torino Poesia ha pubblicato la raccolta Tre ore di notte e un pezzo del mattino. Sue poesie sono tradotte in francese, olandese e portoghese e pubblicate su diverse riviste e antologie, tra le quali Les Cittadelles (2008 e 2009, Parigi), Double Skin (2009, Ethos Books), e Bastarde senza gloria (Edizioni Sartoria Utopia, 2014). Una sua poesia è stata pubblicata sulla rivista letteraria on-line Criticaimpura.
[l.f]