23.07.2021-12.00 – Una recente ricerca dell’Imperial College di Londra, che si è sviluppata attraverso interviste e riscontri su campioni di cittadinanza di 15 paesi del mondo, ha confermato come prima ragione dell’esitazione a sottoporsi ai vaccini sperimentali contro il Covid-19 la paura per gli effetti collaterali (se la scienza continua a confermarli come di probabilità estremamente remota, le segnalazioni di problematiche, anche gravi, seguite alle vaccinazioni purtroppo aumentano) unita alla mancanza di chiare informazioni sui risultati effettivi della sperimentazione e sull’efficacia reale. E sembra essere proprio questa esitazione a sottoporsi a un trattamento sanitario di fatto sperimentale (che a nessuno può essere imposto, pena una violazione di un diritto umano fondamentale) a far spingere il piede sull’acceleratore del Green Pass ai governi europei, che non possono far altro che cercare in qualche modo una via di fuga, magari “all’italiana” (fatta di leggi, di decreti e di leggine poi inapplicabili) di fronte ad eventuali lockdown autunnali in arrivo: un terzo anno di blocco, per le economie alla canna del gas, è impensabile. Contro i lockdown, il Green Pass e discriminazioni si alza nel frattempo di nuovo anche la voce di alcune fra le Star più amate dal pubblico; l’icona del rock britannico Eric Clapton rifiuterà di esibirsi in luoghi dove siano in atto discriminazioni legate alla pandemia. Se gli organizzatori dei suoi concerti dovessero imporre la presenza di sole persone vaccinate, Clapton se ne rimarrà a casa; il rocker aveva già comunicato, in maggio, di aver subito una reazione avversa dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, e sottolineato come da più parti, a sua opinione, si tenda a esagerare la sicurezza dei vaccini, allo stesso tempo trascurando o fallendo nel compito di fornire più informazioni alle persone in modo che una scelta veramente consapevole e libera sia possibile.
E le monetine del titolo? Non si attaccano alla pelle; se si parla di Coronavirus, le fake news su Facebook e su TikTok continuano a essere uno dei principali veicoli di disinformazione e di pubblico danno, un vero e proprio attentato alla salute della comunità contro il quale i network sono stati chiamati, dalle autorità dei paesi in cui questi episodi si stanno verificando, ad agire con ancora più forza. L’origine della “prima monetina che si attacca” dopo la vaccinazione anti-Covid potrebbe essere – non lo si sa con certezza – un video girato per scherzo e diventato virale: la monetina stava attaccata in quanto inumidita (lo facevamo da bambini, mettendocela sulla fronte, e stava su per un po’). I protagonisti del video l’hanno cancellato, hanno chiesto scusa, spiegato che era falso e raccomandato di non crederci, però era tardi e moltissime altre versioni con vari oggetti metallici sono seguite. Qualcuno vede spiriti sulle colline di Tara in Irlanda, e l’illusionista Uri Geller, che oggi ha più di settant’anni e si è dedicato poi alla Brexit, in fondo negli show televisivi di cinquant’anni fa piegava i cucchiaini col pensiero. La verità è che, se in qualche vaccino un po’ di metallo c’è (una ricerca su 85 sostanze normalmente iniettate per diverse esigenze sanitarie ha mostrato la presenza di almeno 11 metalli, dall’alluminio allo zinco al cadmio, in quantità assolutamente non dannose e spesso appena rilevabili – da ricordare che gli allergeni della polvere domestica, mai stati sotto i riflettori, contengono 2,4 parti per milione di arsenico), e in quelli anti-Covid c’è una presenza di alluminio per niente pericolosa (simile a quella che si può rilevare nei cibi, o nell’acqua). L’alluminio peraltro non è magnetico; per far restare attaccato qualcosa al corpo, come ha spiegato nel dettaglio la facoltà di fisica del Trinity College di Dublino nel tentativo (non riuscito) di spazzar via le teorie strampalate, ci vorrebbe un bel po’ di un metallo diverso: qualcosa tipo un grammo di ferro iniettato (non proprio una punturina) in aggiunta a un bel magnete permanente usato dall’infermiere. Insomma, viste anche le dimensioni della siringa e la quantità di vaccino anti-Covid che viene iniettata, per immaginare una reazione alla Nikola Tesla di fantasia ce ne vuole un bel po’; alla platea del Social Network di solito non manca ma meglio lasciarla da parte. Occorreva riscriverlo, dato che si è già detto e ridetto? Visti i tempi e la serietà di altre questioni che riguardano le vaccinazioni e le libertà individuali, e i video che continuano ad arrivare su TikTok, forse si.
[r.s.]