22.07.2021 – 10.04 – La Nasa, dopo aver lanciato nello spazio Perseverance a febbraio, si prepara ora a ricevere un campione prelevato proprio dal rover su Marte. Il campione, delle dimensioni di una falange, verrà confezionato e sigillato, per poi affrontare il viaggio di ritorno verso la terra. Come sostengono gli scienziati, difatti, il modo migliore di determinare se Marte abbia mai ospitato la vita è quello di studiare i suoi materiali di superficie in sofisticati laboratori.
Il cratere nel quale è atterrato Perserverence, chiamato Jezero, è largo 45 km e, proprio da li, il rover preleverà un campione del Pianeta Rosso in quanto, secondo quanto appreso dalle immagini satellitari che hanno raggiunto la terra, la profonda depressione un tempo ospitava un lago, alimentato da un fiume deltizio.
Proprio per questo, Jezero, è considerato un ottimo candidato per la conservazione di antichi organismi microbici, se mai sono esistiti.
Come riportato dalla Bbc il robot Nasa ha viaggiato per circa 1 chilometro a sud rispetto al punto di atterraggio, avvenuto cinque mesi fa, e ora si è fermato in un luogo rinominato “Paver Stones” o “Fractured Rough”.
Come affermato dal capo scienziato della missione, il professore Ken Farley, è necessario determinare se queste pietre siano di origine sedimentaria o vulcanica poiché, se si trattasse del secondo tipo, sarebbe possibile datarle con altissima precisione e accuratezza. Così, Perseverence, grazie agli strumenti in dotazione al proprio braccio robotico, gratterà la superficie di una sezione scelta di Paver Stone, per rimuovere la polvere oscurante di Marte, e poi esaminerà il sito. Sarà in grado di determinarne la composizione chimica, la mineralogia e la tessitura all’interno di una roccia, per identificarla definitivamente e, per il mese di agosto, il rover memorizzerà nella cache qualcosa come 40 di questi piccoli tubi di campionamento nel corso della sua missione. I successivi progetti della Nasa e dell’Agenzia spaziale europea (ESA) prevedono l’arrivo su Marte per riportare sulla terra campioni e strumenti.
Ciò che si aspettano gli scienziati, ha spiegato il professore Ken Farley, sono almeno quattro campioni unici, nascosti proprio nell’area del cratere ora oggetto di indagine, tra i quali sedimenti molto finemente stratificati, potenzialmente depositati dal sistema del delta lacustre e fluviale che un tempo occupava Jezero, a circa 600 metri addentrandosi nel cratere. Il tipo di roccia si chiama Artuby, e ci si aspetta di ritrovarvi delle cosiddette biofirme, ossia una prova scientifica della presenza di forme di vita.
Ad ogni modo, la Nasa si è detta molto soddisfatta del lavoro che Perseverance sta eseguendo su Marte, in particolare riguardo la modalità di guida, che ora raggiunge un alto livello di autonomia; al contrario, in passato, i veicoli avevano bisogno di controllo dalla Terra, o potevano navigare autonomamente solo lentamente, Perseverance può visualizzare il terreno davanti a velocità e tracciare un percorso con grande efficienza, schivando ostacoli difficili, come grandi massi o fessure nel terreno, lungo il percorso.
Ma il rover non è solo su Marte. Con lui c’è Ingenuity, un velivolo che ha aiutato il rover nella ricognizione e che ha volato davanti a Perseverance per esaminare il terreno.
[mb.r]