21.07.2021 – 14.30 – Un’opera inedita, mai arrivata prima in Italia, Spreco di eternità e altri racconti è la raccolta di sedici testi di Anaïs Nin (1903-1977), pubblicati per la prima volta dalla casa editrice La Tartaruga, la quale si interessa di letteratura femminista e riscoperta di opere inedite del passato.
Come specifica la scrittrice Anaïs Nin nella prima introduzione che scrisse per la pubblicazione dei suoi racconti nel 1977 editi dalla Magic Circle Press di Valerie Harm: “Questo è un libro solo per gli amici.”, mette in evidenza la consapevolezza di una scrittura ancora in fasce, probabilmente apprezzabile “solo da pochi eletti”, tra cui non soltanto i suoi amici del tempo, ma anche oggi per tutti gli appassionati lettori, gli editori e gli studiosi di questa grande scrittrice così controversa e rivoluzionaria per i suoi tempi.
Spreco di eternità e altri racconti raccoglie alcuni pezzi scritti tra il 1929 e il 1930, quando Anaïs Nin compiva 26 anni e aveva già iniziato da molto prima a scrivere i suoi rinomati Diari, opera di 35.000 pagine che l’ha definita per eccellenza come grande portavoce del più intimo e inconfessabile sentire femminile. Spreco di eternità aiuta i grandi amanti di Anaïs Nin a entrare ancora più in confidenza nel lavoro dell’artista e a comprenderlo nella sua interezza.
Inevitabili sono i confronti che il lettore affezionato può fare spontaneamente con altre opere magistrali dell’autrice, come La casa dell’incesto, i Diari, La campana di vetro e trovarne dei tratti acerbi, grezzi che suggeriscono l’inizio di una scrittura che sarebbe poi diventata immacolata.
Per questo motivo, Anaïs Nin nel 1977 dopo essere stata persuasa da un amico a pubblicare i racconti della sua giovinezza, sente l’urgenza di scrivere un’introduzione al volume per spiegare o forse giustificare l’ingenuità e la mancanza ancora di formazione che si possono scorgere nei racconti. Tutto ciò agglomera e conferma ancora di più la serietà e la preparazione di Anaïs Nin su temi che, per anni, non sono stati presi in considerazione da molte case editrici americane, per la scabrosità di alcuni racconti o, peggio ancora, per l’incapacità da parte degli stessi editori di cogliere l’urgenza che la scrittrice aveva di trasmettere tematiche come alcuni valori spirituali ai tempi trattati con superficialità e vaghezza, sentiti invece da lei così profondamente, tanto da riuscire a incastrarli dentro i racconti di Spreco di eternità, ad oggi rinvenuto fino a noi. Finalmente.
Anaïs Nin, non solo con quest’ultimo volume (pubblicato negli USA nel gennaio 1977, poco prima di morire e arrivato in Italia inedito a giugno 2021) ha riscontrato resistenza da parte degli editori, ma con tutta la sua opera letteraria, a partire dalla sua ricerca su Lawrence, fino ai Diari, rimasti segreti fino al 1966, quando l’autrice iniziò a pubblicare parte di essi, di cui molte furono censurate. Solo nel 1985, dopo la morte del marito bancario Hugh Guilter, i Diari vennero presentati integralmente al pubblico. La rottura del sigillo, portò l’artista già in età avanzata, a ricevere un grande successo che la vide protagonista di un sentire femminista degli anni ’60, periodo in cui ricevette il maggior numero di lettere da parte di donne alla ricerca di un riscatto. Senza aver mai perso la consapevolezza e l’orgoglio di essere una scrittrice che aveva qualcosa di diverso da dire, fuori dalla “vita ordinaria” come la definiva lei stessa, Anaïs Nin diventò un’icona del femminismo rivoluzionario. Nella sua bellezza esotica e stravagante nell’abbigliamento, Anaïs Nin non sentì mai l’urgenza di rispondere ai canoni sistemici del suo tempo, come il richiamo alla maternità o il dovere assoluto di provvedere alla cura della casa, due elementi tipici della donna degli anni Trenta. Sposò un uomo benestante che le permise di vivere in sicurezza economica e l’assecondò nella sua arte, accettando la presenza di amanti e amori come il poeta Antonin Artaud o la relazione decennale con il grande scrittore Henry Miller, il quale fu determinante per la formazione letteraria e artistica dell’autrice che, a sua volta, si occupò in totale dedizione alla pubblicazione e diffusione di Tropico del Cancro(1934) a Parigi (in America fu censurato e bandito fino agli anni Sessanta).
Ad oggi ci è data la possibilità di risentire questa voce di sirena, non più in una retorica erotica come per troppo tempo è stata definita la sua letteratura, ma in una dimensione spirituale, visionaria e surreale. E credo non ci sia riscatto migliore per Anaïs Nin, che ha cercato di arrivare al mondo per la sua interiorità disfunzionale e ultra visionaria, presa invece in considerazione principalmente per le sue opere erotiche, scritte per restare “viva” come scrittrice agli occhi del pubblico.
f.s