15.07.2021-18.15 – Andamento climatico favorevole, incremento del prezzo medio annuo e rapida capacità di adattamento alla situazione pandemica, sono i punti di forza che hanno permesso al settore agroalimentare del Friuli-Venezia Giulia di chiudere positivamente il 2020. Situazione decisamente in controtendenza rispetto ad altri settori economici.
Questo è quanto emerso dalla presentazione che si è tenuta ieri, nell’Auditorium della regione Autonoma FVG a Udine, del “Rapporto 2020 sulla congiuntura del settore agricolo in Friuli Venezia Giulia” e “Il settore vitivinicolo in Friuli Venezia Giulia: storico dati dal 2012 al 2020 e indagine sul 2020”. L’appuntamento è stato organizzato sia in presenza, sia in streaming dal Servizio di Statistica Agraria e coordinamento delle attività nel settore dello sviluppo rurale (SSR) di ERSA FVG.
All’incontro sono intervenuti il Direttore generale dell’ERSA Francesco Miniussi, il Direttore SSR Daniele Damiele nel ruolo di moderatore, l’assessore alle risorse agroalimentari, forestali e ittiche, e alla montagna, Stefano Zannier, Laura Zoratti e Daniele Rossi per l’illustrazione delle indagini.
Per quanto riguarda il settore vitivinicolo è la prima volta che si ha un’analisi basata su di uno storico dati che valuta la situazione dal 2012 al 2020, mentre è il secondo rapporto congiunturale rispetto al settore agricolo. Dopo l’avvio del nuovo Servizio di Statistica Agraria e coordinamento delle attività nel settore dello sviluppo rurale nato del 2020, è stata strutturata un’adeguata rete di lavoro per stabilire e condividere azioni da svolgere con metodologie efficaci per la raccolta dei dati da inviare all’ISTAT. I dati sono stati raccolti, studiati ed elaborati nel rapporto grazie ai due giovani laureati Laura Zoratti e Daniele Rossi coordinati dal Dott. Lorenzoni.
Il 2020 da un punto di vista economico, a livello generale, è stato un periodo segnato da incertezza e contrazione, tuttavia, il settore agricolo ha avuto fattori positivi che non ne hanno permesso il declino. Da un lato l’andamento climatico è stato favorevole per molte delle colture in particolare per mais, sorgo, vite, frutta e ortaggi, dall’altro l’incremento del prezzo medio annuo ha favorito le produzioni e il saldo tra le esportazioni e le importazioni regionali si è concluso positivamente.
I dati sul commercio estero evidenziano nel 2020 un export di prodotti agroalimentari regionali pari a 926 milioni di euro, in calo del -3,6% rispetto al 2019, mentre la bilancia commerciale è rimasta positiva con un saldo pari a +176,5 milioni di euro, poiché contemporaneamente si è assistito alla diminuzione delle importazioni di prodotti agroalimentari (-3,6%). Le maggiori esportazioni nel settore produttivo agricolo della regione sono imputabili alle colture agricole permanenti che, con un valore esportato che supera i 48 milioni di euro (+19,6% rispetto al 2019) contribuiscono al 37% delle esportazioni di prodotti del comparto agricolo regionale. Per quanto riguarda il settore dei “prodotti alimentari, delle bevande e del tabacco”, nel 2020 i prodotti da forno e farinacei hanno superato i 189 milioni di euro in valore esportato, in crescita del +12% rispetto al 2019.
I dati ISTAT evidenziano anche come il valore della produzione del settore zootecnico regionale sia particolarmente importante per la regione. L’intero comparto ha generato, infatti, un valore pari a 332 milioni di euro, di cui oltre 167 provenienti dalla produzione di carni e 121 provenienti dalla produzione di latte. Per quanto riguarda la produzione di carne, le principali fonti sono state rappresentate da carne suina, che ha generato un valore per oltre 67 milioni di euro (-3,1%), dal pollame, che ha prodotto carni per oltre 54 milioni di euro in regione (-2,7%), e dalla carne bovina per un valore di 45,6 milioni di euro (-3,1%). Nel 2020 l’incremento della produzione di latte (oltre 265 mila tonnellate, +4,2%) ha portato all’aumento nella produzione di formaggio Montasio DOP, che nel 2020 ha raggiunto il record produttivo di 925.365 forme (+10,4%) e un fatturato al consumo di 56 milioni di euro. Il trend positivo nella produzione di Montasio DOP prosegue anche nel 2021 con un aumento del +4,9% nel primo trimestre 2021 rispetto allo stesso periodo 2019. Per quanto concerne il Prosciutto di San Daniele DOP, nel 2020 sono state prodotte 37.300 tonnellate di prosciutto (+0,3%) per un fatturato di 310 milioni di euro. Anche questa DOP registra un incremento nel numero di cosce omologate del +9,2% nel primo trimestre 2021 rispetto allo stesso periodo 2019, trainato dall’aumento degli acquisti domestici (+13,1%).
Dallo storico dei dati del settore vitivinicolo si evince che da un punto di vista della vendita dei prodotti c’è stata una progressiva inversione di tendenza con un aumento, dal 2014, dell’esportazione soprattutto verso Stati Uniti e Germania. Crescita riscontrabile anche dall’aumento delle superfici dichiarate e della produzione che in 8 anni è salita del 40%.
Nonostante le difficoltà dovute al Covid si è verificata una rapida capacità di reazione del comparto agroalimentare, il quale ha immediatamente risposto alle criticità aumentando da un lato la vendita sul mercato locale e dall’altro sia un maggiore uso dell’e-commerce, sia una maggiore ed efficace presenza online attraverso la promozione sui social. Questo atteggiamento reattivo ha inciso anche sul fattore occupazionale che è andato in controtendenza rispetto all’evoluzione del lavoro dell’intera economia regionale, con un saldo degli occupati dipendenti ha avuto un incremento di 496 unità.
La presentazione dei risultati ha dato modo all’assessore regionale alle Risorse agricole e forestali, Stefano Zannier, intervenuto al termine dell’evento di evidenziare alcuni dati significativi emersi dall’analisi del mondo agricolo del Friuli Venezia Giulia.
Zannier, dopo avere apprezzato il fatto che nonostante le difficoltà del periodo della pandemia è stato possibile raccogliere le notizie essenziali per redigere i due documenti di
sintesi, si è soffermato su una prima considerazione: la superficie agricola utilizzata (Sau) del Friuli Venezia Giulia,che assicura la principale fonte di redditività per le aziende, è
quella destinata alla viticoltura. Settore dal quale l’agricoltura ha ricavato nel 2020 un valore della produzione di 200 milioni di euro, per un settore in tenuta grazie alle
esportazioni.
Un dato che deve far riflettere il mondo della produzione agricola perché, come ha evidenziato l’assessore, al secondo posto per valore della produzione è ancora il mais, con ben 91 milioni di euro.
Ma per quanto tempo, questo dato, continuerà a dare respiro all’economia del mondo rurale?
Se lo è chiesto l’assessore, invitando gli agricoltori a riflettere sul fatto che la tenuta della maiscoltura è probabilmente frutto delle particolari dinamiche economiche del periodo post-pandemico, ma non può rappresentare – ha precisato Zannier – un elemento di tenuta capace di garantire nel medio e lungo periodo la redditività necessaria alle aziende agricole.
L’altro dato significativo messo in luce da Zannier dopo aver ascoltato l’illustrazione dei due rapporti si ritrova nella constatazione che la superficie destinata alle uve da vino della
Sau è di tre volte superiore alla media nazionale.
Ciò conferma la vocazione per le produzioni enologiche di qualità e di eccellenza del vigneto regionale, dimostra l’elevata redditività del settore che assicura la sostenibilità delle
aziende, ma deve nel contempo indurre la gran parte del mondo rurale a pensare alla riconversione verso colture di qualità che possano giustificare la sostenibilità aziendale ed essere adeguata fonte di reddito.
[l.f]