12.07.2021 – 09.22 – Continua ad aumentare la lista dei farmaci utili nella lotta contro il Covid-19. Un aggettivo, “utile”, d’analizzare con attenzione: sono medicinali che aiutano il decorso dell’infezione, ma che non si prestano ancora a debellare la malattia, né rappresentano un aiuto decisivo. È stato purtroppo un leit motiv caratteristico di tutta la pandemia l’annuncio del ritrovamento di farmaci “miracolosi”, spesso sull’onda dell’isteria del primo lockdown e della diffidenza anti vaccinale dopo; ma allo stadio attuale non esistono cure che siano risolutive. In questa cornice s’inserisce la decisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di inserire nella lista due farmaci, sotto osservazione: tocilizumab e sarilumab.
Dopo in corticosteroidi raccomandati dall’OMS lo scorso settembre 2020, sono stati tra i primi medicinali rivelatosi efficaci contro il Covid, bloccando l’eccessiva reazione immunitaria che si sviluppa in chi si infetta. Si tratta infatti di anticorpi monoclonali utilizzati nel trattamento dell’artrite reumatoide, consigliati ai malati non gravi. La decisione è stata assunta dopo aver analizzato i dati di 10mila pazienti che hanno dimostrato una riduzione della mortalità del 13% e una diminuzione della probabilità di essere sottoposti a ventilazione artificiale del 28%.
“Questi farmaci offrono una speranza a pazienti e familiari colpiti dall’impatto devastante delle forme gravi di COVID, anche se rimangono inaccessibili e fuori dalla portata della maggior parte del mondo” ha sottolineato il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
“La distribuzione iniqua dei vaccini – spiega – significa che gli abitanti dei paesi a basso e medio reddito sono più a rischio di forme gravi di COVID. Il maggiore bisogno di questi farmaci è proprio nei paesi che attualmente vi hanno meno accesso. Serve un cambio urgente su questo”.
[i.v.]