25.06.2021 – 09.00 – Ce lo insegnano a scuola, è un concetto base della geografia: i continenti sono sette e gli oceani quattro. Almeno, sino ad ora. Come riportato dalla CNN in un articolo ripreso da National Geographic, uno dei più preminenti gruppi di cartografi ha decretato l’esistenza di un quinto oceano. Si tratta del “Southern Ocean” (letteralmente Oceano Meridionale ma più comunemente chiamato Oceano Antartico), ossia lo specchio d’acqua che circonda l’Antartide. Solitamente i cambiamenti apportati al planisfero sono il risultato di una mutazione nei rapporti politici tra uno o più paesi – ne è un esempio la Cecoslovacchia che, a seguito di una decisione parlamentare, fu scissa nel 1993 in Repubblica Ceca e Slovacchia – questo però è uno dei rari esempi in cui vi è un tentativo di mutare la conformazione del pianeta. A spiegare perché le norme sui cambiamenti della configurazione della superficie terrestre sono così importanti è Alex Tait, geografo di National Geographic, che ha spiegato come “parte della mappatura del globo consiste nell’utilizzare nomi e caratteristiche proprie del luogo in questione, di uso comune tra le persone: non si tratta solo di denominazione geopolitica – ha affermato – tra questi luoghi vi sono gli oceani. Vogliamo tenere traccia di come la toponomastica viene utilizzata da chi viaggia, dagli scrittori, persone comuni e scienziati”. Come aggiunto da Angela Fritz, che si occupa di clima per Nat Geo, la denominazione “Southern Ocean” è già in uso tra gli addetti ai lavori, tant’è che “gli oceanografi si rallegreranno della presenza del termine sulle mappe di Nat Geo”.
Ma partiamo dalle basi. Tait spiega che vi è in realtà un solo grande oceano mondiale, interconnesso. Si può parlare di regioni oceaniche, individuando le classiche quattro: “si va dalle acque più calde degli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano alle acque fredde dell’Antartide. Poi la salinità scende. La fauna muta e diventa caratteristica: balenottere minori, alcune specie di foche, pesci e uccelli che abbondano nell’Oceano del Sud proprio sulla base di questi fattori ambientali”. National Geographic usa il 60° parallelo sud per disegnare i confini oceanici, a prescindere che si consideri Oceano Antartico tutto ciò che sta a sud dell’Australia.
L’esploratore e ambientalista francese Jean-Louis Etienne ha recentemente annunciato di aver inventato un laboratorio galleggiante appositamente progettato per studiare l’Oceano Antartico. La sua creazione, soprannominata Polar Pod, non è dotata di un motore e galleggerà a pelo d’acqua a bassa velocità per “orbitare” sull’Antartide e raccogliere dati.
Etienne punta a completare e poi schierare il proprio Polar Pod entro il 2024.
Inoltre, il progetto Southern Ocean Carbon and Climate Observations and Modeling (SOCCOM), gestito dalla Princeton University, ha inviato nell’oceano circa 200 robot galleggianti, tutti dotati di sensori che misurano la salinità, i livelli di ossigeno, la clorofilla e altri dati ambientali.
di Maria Beatrice Rizzo