17.06.2021-18.48 – “Ci si domanda con stupore se a Palazzo D’Aronco conoscano il significato delle parole basiche della lingua italiana e del diritto amministrativo in versione scuola primaria: la risposta alla domanda retorica sembra proprio essere un sonoro no!”: non usa mezze parole la portavoce del Comitato, Irene Giurovich, nel commentare l’interpretazione totalmente errata di quanto si trova scritto nel P.Q.M del ricorso da parte del sindaco Fontanini che esulta come se il capo dello Stato gli desse ragione su tutta la linea. “La parola improcedibile che compare nella risposta del ricorso non significa affatto dare ragione al Comune! Significa semplicemente che una determinata richiesta di valutazione non può avere corso in quanto, in questo caso, la massima autorità non è la sede idonea per discutere del caso specifico delle rotonde; alla luce di ciò non si capisce proprio su quale base Fontanini esulti…”.
Anzi, il Comitato prosegue dicendo che “il Comune ha ben poco da esultare, visto che il Comitato ha in mano i pareri del Ministero (che Fontanini si è ben guardato dal chiedere), già debitamente depositati, in base ai quali si solleva la non legittimità di realizzare determinate rotonde”. Alla luce della (illogica) esuberanza da parte del sindaco, “ci si chiede – prosegue Gurovich – se Fontanini abbia inoltrato i pareri NEGATIVI trasmessi dal Ministero delle Infrastrutture sia sulla rotonda della Lidl (primo parere di ottobre 2020) per la cui realizzazione si dovevano motivare le ragioni visto che sorge proprio in una confluenza stradale non conforme“. Inoltre, nel secondo parere, sempre dello stesso Ministero, consegnato negli uffici di Palazzo D’Aronco, si trova scritto che le rotatorie devono avere un’unica corsia su cui si viaggia in incolonnamento e non in affiancamento.
Il progetto del Comune di Udine, invece, prevede le doppie e triple rotatorie in aperta violazione della normativa tutt’ora vigente e riportata dallo stesso Ministero. Quest’ultimo parere, che risale a marzo 2021, confluirà nell’esposto già depositato in Procura ai tempi della prima rotatoria. Infine, “ci domandiamo come mai la Procura stia ancora sonnecchiando alla luce sia dei milioni di euro fin qui spesi sia delle pressioni subite da alcuni cittadini affinché ritirassero i ricorsi. Queste persone sono già state sentite da parte delle forze dell’ordine”.
Il Comitato ricorda che viale Venezia è una strada napoleonica, con oltre 200 anni di storia e forse l’unica integra in Friuli per la salvaguardia della quale si continuerà a lottare.