14.06.2021 – 15.22– “Il problema fondamentale degli artisti e dei filosofi è che spesso danno risposte a domande che la gente non si pone”.
Ed è proprio da questa semplice, ma efficace, frase di Sandro Montalto che possiamo iniziare a parlare del celebre filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel.
Temuto, e odiato, tra i banchi dei licei, il pensiero di Hegel rappresenta un caposaldo dell’idealismo tedesco, nonché, più in generale, della filosofia dell’Ottocento.
Quando si parla di dialettica, occorre partire da una base etimologica, spostandosi poi verso lo strutturato modello di pensiero hegeliano.
Dal latino dialectĭcus e dal greco διαλεκτικός, ha derivazione da διαλέγομαι, cioè “conversare”: si parla dunque di una capacità oratoria, dell’abilità argomentativa logica di cui si dovrebbe disporre per essere abili e, ancor più, persuasivi nel corso di una discussione.
Proprio per questo, per la sua natura e per le sue connotazioni, la dialettica rappresenta uno dei metodi argomentativi principali della filosofia: essa si basa sull’interazione tra due tesi o princìpi contrapposti – simbolicamente rappresentati nei dialoghi platonici da due personaggi reali – ed è usata come strumento di indagine della verità.
Hegel fa proprio il concetto di dialettica, modellandolo su basi ontologiche chiare: l’assoluto, per il filosofo, è infatti divenire, e la legge che lo regola è proprio la dialettica.
Hegel ne distingue tre momenti: l’astratto o intellettuale, il negativo-razionale, il positivo-razionale, che rappresentano i celebri momenti di testi, antitesi e sintesi.
La dialettica dunque si basa sull’affermazione di un pensiero astratto e, soprattutto, limitato, che rappresenta la tesi iniziale; passando poi per la negazione di questo concetto, passando verso un pensiero agli antipodi, la cosiddetta antitesi; approdando infine ad una sintesi positiva, che comprende entrambe in maniera efficace per risolvere il finito nell’infinito.
Ogni finito può infatti esistere in sé stesso, ma non può scappare dalla trama relazionale, ed è qui che la dialettica fa il suo gioco, unificando il molteplice e trovando un punto di conviviale coesistenza tra le opposizioni.
La dialettica è legge della razionalità, cioè il principio universale che fissa i rapporti fra i concetti opposti del pensiero.
La dialettica è uno strumento razionale di comprensione della realtà: un’idea hegeliana che non è di facile comprensione, articolandosi in modo tutt’altro che semplice, ma che funge da chiave di lettura del suo pensiero.
[c.c]