02.06.2021-10.30 – “L’Avancorpo dell’Acropoli di Ferentino è un’opera monumentale di difesa romana che risale al periodo pre – traianeo. All’interno c’è il cripto portico dove c’era tutta la difesa romana di Ferentino con i centurioni. Sul lato sud-ovest dell’Acropoli sporge un avancorpo, un’opera imponente di ingegneria romana. Era luogo di osservazione militare e di difesa. Risale all’età sillana, tra il 100 e l’80 a.C ed è contemporanea alla costruzione del Mercato Romano coperto.
La realizzazione dell’edificio fu sostenuta dai censori Aulo Irzio e Marco Lollio, come si legge dall’iscrizione incisa sulla facciata sud-ovest. Insieme all’altra, che si trova sul lato sud-est, costituiscono una importante testimonianza epigrafica. Le vedremo!”. Lo ha affermato Antonio Ribezzo, Presidente Archeoclub d’Italia di Ferentino.
“Si poteva accedere all’interno dell’avancorpo da 2 porte, una posta sul lato nord-ovest, ora chiusa, e l’altra sul lato sud-est. Tutto il complesso è stato progettato in funzione degli accessi alla spianata, alle fortificazioni e alle strutture dell’Acropoli nonché dell’Avancorpo. Nei sotterranei, in corrispondenza della spianata, sulla quale in epoca romana sorgeva un edificio monumentale, sono visibili gallerie con volte a tutto sesto”.
Ma a Ferentino, città della rinascenza dove il 7 Giugno, grazie ai fondi del Ministero dei Beni Culturali, inizierà una delle più importanti opere di restauro di interesse nazionale, quella riguardante il Teatro Romano, ci sono anche le Mura Poligonali da vedere! Risalenti a 1000 anni prima di Roma!!
“Tra le più importanti testimonianze archeologiche di Ferentino è da notare il possente circuito murario che si snoda lungo un percorso di circa 2,4 Km. ed è da sempre legato alla terminologia dei mitici Pelasgi (civiltà fiorita quasi 1000 anni prima di Roma) o Ciclopi per le enormi dimensioni dei massi.
Imponenti nel loro avvincente aspetto, le mura ciclopiche o pelasgiche destano meraviglia e perplessità riguardo la loro origine. Costruite con una pietra chiamata calcare dell’Appennino, biancastra, scabrosa, poco duttile allo scalpello, nota agli antichi con il nome di silex – ha concluso Antonio Ribezzo – le mura sono addossate al taglio del colle e presentano massi squadrati poco rifiniti in superficie e legati tra loro mediante tasselli di schegge usati per riempire gli interstizi. Nella suddetta cinta muraria si possono distinguere tecniche varie: poligonale di differenti maniere ed opera pseudo-isodoma (impiego di blocchi parallelepipedi di dimensioni non costanti, cosicché il loro assestamento avviene sempre per linee orizzontali, ma secondo piani spezzati); nella parte inferiore i massi sono incastrati tra loro senza malta (IV sec. a.C); nella fascia mediana i massi sono più regolari (opera quadrata del II sec. a.C); la terza fascia, invece, risale al periodo medievale.
È noto fin dall’antichità che sia in Grecia che in Italia si preferiva di solito fondare la città sulla sommità di una collina rocciosa che da tutti i lati scendesse a picco fuorché da uno; tracciata, dunque, la linea delle mura tanto al di sotto della cima si tagliava nella roccia il piano di fondazione sul quale si disponevano i primi grossi blocchi che venivano tagliati in modo che i vari lati del poligono combaciassero tanto perfettamente da non lasciare interstizi. Livellata la prima fila di blocchi si formava allo stesso modo la seconda e via via le altre fino a raggiungere l’altezza voluta.
La collina terminava, talvolta, come ad Alatri, in una seconda vetta centrale più piccola ma più alta di quella, su cui veniva fondata la città, quindi la rocca o cittadella: tutto questo a scopo di difesa, come d’altronde anche la maggior parte delle porte che si aprono sullo stesso tracciato murario.
A partire dal Medioevo si è provveduto ad un restauro con sopraelevazione delle mura stesse ed integrazione di tratti andati in rovina con l’aggiunta anche di torri per migliori scopi difensivi. Infatti, in un muro di fortificazione, il paramento esterno deve essere più liscio e curato di quello interno per impedire un’eventuale arrampicata nemica e perché una superficie priva di appigli è anche meno lesionabile”. Ferentino è un’immersione anche in orti e giardini prestigiosi, vicoli che offrono spaccati panoramici davvero unici ed è una città – borgo baciata da più epoche. I suoi monumenti splendono nell’insieme!