31.05.2021 – 11.53 – Il blocco del canale di Suez, la crisi dei container, il mercato che rimane orientato nei consumi verso l’Asia, i crescenti costi ambientali… Lo scenario dello shipping continua ad accelerare a favore del trasporto ferroviario via terra e, in alternativa di una Via della Seta eurasiatica che è ancora ai minimi termini, di un trasporto combinato tra mare e terra.
Nonostante l’agitarsi della politica anti russa e anti cinese, le grandi compagnie rimangono acutamente consapevoli dell’importanza di avere un’alternativa; ne è prova la MSC e la Maersk che hanno entrambe offerto negli ultimi mesi un servizio combinato nave + treno.
In questo contesto il Porto di Trieste guarda con interesse a un ipotetico collegamento ferroviario diretto con la Cina; argomento che è stato sollevato dagli specialisti del trasporto intermodale durante l’ultimo incontro del Propeller Club di Trieste, intitolato “Servizi ferroviari tra Europa e Far East: collegamenti in crescita e nuovi servizi dalle compagnie di navigazione – in futuro anche da Trieste?“.
Alla domanda del Presidente dell’Authority Zeno D’Agostino se sarebbe possibile instradare un collegamento diretto del Porto con l’asia tramite ferrovia, i tecnici hanno osservato che sotto il piano pratico è fattibile, ma allo stadio attuale la rete ferroviaria cinese è completamente satura.
Come riporta Shipping Italy, secondo Federico Pittaluga, amministratore delegato di Medlog, il problema rimane la “saturazione dei treni dall’Asia verso l’Europa. Qualche slot libero ancora si trova in direzione contraria”. I costi continuano a crescere; un segnale eloquente dell’interesse per la Via della Seta “terrestre”: “Un paio di mesi fa il nolo per un container trasportato via ferrovia lungo questa direttrice era di oltre 8.500 dollari, mentre ora è raddoppiato a 15.500 dollari e le tariffe stanno ancora salendo”.
Anche Nicola Cavasin, manager di Rail Cargo Group, ha sottolineato che “in questi primi mesi del 2021 è stato raggiunto il tetto massimo di treni merci che la Cina può operare (1.100 treni/mese)”.
In realtà un collegamento a livello europeo c’è già, in quanto Rail Cargo programma 4 treni a settimana con Budapest, pertanto “non siamo così distanti dal poter mettere un treno fra Trieste e la Cina. Bisognerebbe però studiare bene il tutto e, anche per programmare un collegamento fra il trasporto marittimo e quello su ferro, sarebbe necessario che tutte le parti coinvolte si sedessero a un tavolo per discutere in maniera logica e strutturata il servizio”.
Non serve, a questo proposito, immaginare chissà quali treni: secondo Fabrizio Zerbini, presidente del Propeller Club triestino, sarebbero sufficienti “una cinquantina di container per riempire un convoglio”.
Per quanto potrebbe sembrare pertanto una fantasia stravagante, un treno diretto Trieste-Asia per il trasporto merci sarebbe fattibile, a patto che la rete di treni russo-cinese aumentasse la propria capacità.
[z.s.]