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George Floyd, a Minneapolis marcia per l’anniversario della morte

25.05.2021 – 16.00 – Il 25 maggio del 2020 moriva a Minneapolis George Floyd, per mano dell’ormai ex agente di polizia Derek Chauvin, condannato un mese fa dalla giuria ed ora in attesa della sentenza definitiva che avrà luogo il 25 giugno.
Un evento che scosse gli Stati Uniti e il mondo intero, provocando fiumi di proteste a livello internazionale nel nome del movimento “Black Lives Matter”. A un anno di distanza però, la situazione non sembra essere migliorata: in tutto il paese infatti sono ancora forti le tensioni razziali, e i tassi di criminalità e violenza non accennano a diminuire. A testimonianza di ciò, qualche settimana fa una bambina di sei anni è rimasta uccisa in una sparatoria, mentre nella notte tra venerdì e sabato scorsi altre tre persone sono state assassinate in due sparatorie diverse.

Nel corso della settimana sono previste numerose manifestazioni in memoria di Floyd in tutto il paese, ma la più importante è andata in scena domenica, ovviamente a Minneapolis. Per le strade della città del Minnesota si è infatti svolta una marcia che ha visto la partecipazione di migliaia di persone, tra cui anche i familiari della vittima, che hanno manifestato la grande sofferenza per la perdita.
“Non riusciamo ancora a darci una spiegazione – ha detto la sorella Bridgett Floyd, che ora dirige una fondazione senza scopo di lucro in memoria del fratello, la George Floyd Memorial Foundation –, quell’agente non potrà mai comprendere che cosa ci abbia tolto. È stato un anno difficile, lunghissimo e doloroso”.
Le sue parole si sono aggiunte a quelle del reverendo Al Sharpton e dell’avvocato della famiglia Floyd Ben Crump, che come riportato dal Washington Post, hanno dichiarato come la lotta per la giustizia debba continuare nonostante la condanna di Chauvin: “Vogliamo che le cose cambino da Washington, vogliamo che cambi la legge federale. È ora che votino in modo da rendere effettiva la riforma sulla giustizia”. “Vogliamo che George Floyd – ha proseguito poi il reverendo – non rimanga nella storia soltanto come l’uomo morto soffocato da un poliziotto con un ginocchio sul collo, ma che venga ricordato come il simbolo di rottura della brutalità e della violenza delle forze dell’ordine”.

In occasione dell’anniversario della morte, la famiglia della vittima è stata anche invitata alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, nell’intento di creare un clima più disteso e meno divisivo in tutto il paese, e di mostrare il lato tollerante degli Stati Uniti.
L’obiettivo di approvare la tanto agognata riforma della polizia entro la data simbolica del 25 maggio è però fallito, considerato che il testo è ancora fermo in Congresso, dove si è giunti ad una fase di stallo dopo un lungo periodo di trattative.
Ciononostante, nel frattempo qualcosa si è mosso nello stato di New York, dove la procuratrice Letitia James ha proposto – in attesa delle direttive federali – una stretta sull’uso della forza da parte dei corpi di polizia: sarà infatti consentita soltanto come extrema ratio nel caso in cui tutte le alternative si rivelino fallimentari.

di Christian Deiuri

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