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sabato, 19 Aprile 2025

Vino, Lizzi (Lega): no all’annacquamento, lettera al Commissario Wojciechowski Bruxelles

08.05.2021 – 12.10 – ″La Commissione agisca immediatamente per non consentire l’eliminazione totale o parziale dell’alcol nell’ambito di pratiche enologiche con la possibilità di aggiungere acqua anche nei vini a denominazione di origine DOP e IGP e tutelare uno dei prodotti più simbolici, storici e tradizionali d’Europa e del nostro Paese”. Lo chiede l’europarlamentare della Lega, Elena Lizzi, in una lettera al Commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, ribadendo che “se fosse possibile nominare vino un prodotto che di fatto non è più vino, i consumatori sarebbero ingannati e si troverebbero a pagare l’acqua come il vino. Siamo di fronte a un altro attacco al mondo del vino dopo la proposta dell’etichetta di avvertimento che di fatto ne scoraggiava il consumo”. “Dopo le tarme della farina a tavola e il burger senza carne, l’Unione europea ci vuole annacquare il vino”, aggiunge l’europarlamentare della Lega.

Lizzi ricorda come “il 12 aprile 2021 la Presidenza abbia informato il Comitato speciale per l’agricoltura (SCA) di un accordo raggiunto durante il trilogo del 26 marzo 2021, che prevede la dealcolizzazione parziale dei DOP e IGP, cercando la convalida di questo risultato. Tuttavia, la definizione di vino per la legislazione europea include il divieto di aggiunta di acqua, tanto che nel Reg. 491/2009 il vino viene definito come il prodotto ottenuto esclusivamente dalla fermentazione alcolica totale o parziale di uve fresche, pigiate o no, o di mosto di uve”. “Ci sono quindi tre caratteristiche principali del vino: il prodotto di origine è l’uva, il procedimento per trasformare l’uva in vino è la fermentazione alcolica totale o parziale e il prodotto finale, ovvero il vino, è una bevanda alcolica. Il documento UE, esprime l’ipotesi di ridurre l’alcol a partire dall’aggiunta di acqua come “pratica enologica” che, se approvata, può essere utilizzata come metodo per aggirare i limiti imposti dai regolamenti di produzione che da sempre -conclude Lizzi- hanno la funzione di mantenere elevati standard qualitativi”.

(c.s.) d.g.

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