07.05.2021-07.50 – La Coppa Italia, dalla prossima stagione, potrebbe decisamente cambiare volto, visto che, come hanno riportato numerosi organi di stampa nazionali, il Consiglio di Lega avrebbe pronte alcune novità per la coppa nazionale. Novità che non faranno certo piacere alle squadre militanti in terza serie, visto che il Consiglio di Lega svoltosi nella giornata di ieri (mercoledì 5 maggio) ha varato per la Coppa Italia un nuovo format, che prevede la partecipazione alla competizione esclusivamente delle società militanti in Serie A e Serie B, limitando dunque a 40 il numero delle squadre partecipanti. Come precisa Il Post, in ogni caso, la proposta di modifica deve ancora essere approvata dal Consiglio Federale. Oltre al nuovo format della Coppa Italia, il Consiglio di Lega ha approvato anche le date di inizio e fine del prossimo campionato di calcio, che prenderà il via il prossimo 22 agosto per chiudersi il 22 maggio del 2022, con la pausa natalizia che fermerà il torneo tra il 23 dicembre e il 6 gennaio 2022.
Coppa Italia a 40 squadre, Ghirelli non ci sta
La proposta della Lega di Serie A non è andata giù al presidente della Lega Pro Ghirelli, che ha definito l’idea una “espressione di una concezione elitaria del calcio, incapace di avere una visione di sistema“. Nelle idee della Lega di Serie A, infatti, la nuova Coppa Italia sarebbe un prodotto più appetibile sul mercato dei diritti televisivi e di conseguenza frutterebbe maggiori ricavi. Ricavi che, in tal caso, rimarrebbero all’interno di un circuito ristretto di squadre, ossia le 40 che competono nelle prime due divisioni del football nostrano. Ghirelli, comunque, ha annunciato che per lunedì è già stato convocato il Consiglio direttivo della Lega Pro “che adotterà ogni iniziativa per tutelare i diritti delle proprie squadre e per salvaguardare una cultura del calcio che sia rispettosa dei valori più autentici dello sport“.
Verso il nuovo format: come cambierebbe la Coppa Italia?
Ma come dovrebbe cambiare, precisamente, la Coppa Italia, se il Consiglio federale approvasse il nuovo formato? Attualmente, alla coppa nazionale prendono parte un totale di 78 squadre: queste sono le 40 formazioni di Serie A e B, 29 di Serie C e 9 di Serie D. Le 38 squadre di C e D iniziano la competizione sin dal primissimo turno, con le squadre di Serie B e Serie A che entrano in gioco nei turni successivi, in base ai piazzamenti in classifica raggiunti nella stagione precedente nel proprio campionato. Con questo formato, per quanto infrequenti, possono capitare delle piacevoli sorprese: come non ricordare la semifinale raggiunta dall’Alessandria nel 2015/2016, o il Pordenone eliminato dall’Inter solo ai rigori negli ottavi della Coppa Italia 2017/2018? Con il nuovo format varato dal Consiglio di Lega, la nuova Coppa Italia vedrebbe al via solamente 40 squadre, ovvero le 20 di A e le 20 di B, con tutte le squadre dalla Serie C in giù che verrebbero tagliate fuori. Il primo turno vedrebbe al via 32 squadre (le 20 di B e le 12 peggio piazzate in Serie A), che scenderebbero in campo il 15 agosto, mentre le ultime 8 squadre (quelle piazzate meglio nel precedente torneo di Serie A) entrerebbero in scena nei turni successivi.
Dalla Superlega alla…”Super Coppa Italia”
Quello proposto dal Consiglio di Lega è un format che, nelle intenzioni dei club, renderebbe più redditizio dal punto di vista economico, ma che allo stesso tempo andrebbe nella direzione opposta di quanto auspicato a parole dai vertici del calcio quando, qualche settimana addietro, alcuni tra i maggiori club europei avevano dato vita alla Superlega (progetto poi abortito per la defezione di gran parte dei club fondatori). In quell’occasione, infatti, i vertici del calcio nazionale (ma non solo…), supportati dai dirigenti delle squadre che non facevano parte del progetto, avevano attaccato la nascente competizione asserendo che “il calcio è dei tifosi“, che “il calcio è partecipazione e condivisione, non è un Club elitario“. Undici club di Serie A avevano firmato una lettera in cui chiedevano sanzioni per le squadre che avevano aderito al progetto di Florentino Perez, mentre il presidente federale Gravina aveva dichiarato di voler “difendere il merito sportivo e la possibilità per ogni squadra di inseguire un grande sogno“. Insomma, dalle parole ai fatti: gli stessi club che avevano osteggiato un progetto elitario che avrebbe trasformato il calcio europeo in un circuito chiuso hanno proposto oggi una riforma che di fatto rende la Coppa Italia un circuito chiuso, in cui una squadra di Serie C e una squadra di Serie B o di Serie A non potranno mai incontrarsi nel corso di una stagione. Con buona pace dei tifosi delle squadre di provincia, che magari apprezzerebbero poter vedere i propri beniamini affrontare i celebrati campioni di Serie A. L’ennesimo schiaffo alla Serie C, già ampiamente vilipesa dai vertici calcistici nel corso degli ultimi decenni e abbandonata nella sua totalità (come Lega, come singole squadre, come giocatori e come tifosi) dalle istituzioni calcistiche e a cui pezzo dopo pezzo sta venendo tolta ogni residua possibilità di sognare.
di Epifano Romano