26.04.2021-14.21 – Era uno degli ultimi appelli, lanciati dall’ASUFC, al personale sanitario per effettuare la vaccinazione. La risposta è stata di gran lunga inferiore alle aspettative.
Gianni Borghi presidente delle Professioni Sanitarie di Udine ne è rimasto sconcertato. Il personale sanitario, racconta, ha sempre avuto un canale preferenziale rispetto al piano vaccinale nazionale. L’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale non appena ne ha avuto la possibilità è partita immediatamente con la campagna vaccinale per tutti gli operatori sanitari. Operazione che ha avuto come data di inizio il 30 dicembre del 2020.
Borghi spiega che da quel momento in poi hanno sempre dato la possibilità a tutto il personale di vaccinarsi, riscuotendo a volte anche dei rifiuti. In questo periodo hanno affrontato un’importante campagna di comunicazione aziendale per mettere a disposizione 2000 posti durante il Giorno della Liberazione, ritenendo che potesse essere un’opportunità importante per chi non si fosse ancora inoculato il vaccino. La risposta è stata all’incirca di 500 unità, molto al di sotto di quelle che erano le loro aspettative.
Dal punto di vista dei sanitari, a detta di alcuni intervistati, sembra che nessuno sia contro il vaccino ma, bensì, contro l’imposizione di firmare un foglio in cui si accettino le eventuali conseguenze che la somministrazione potrebbe provocare.