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sabato, 19 Aprile 2025

Negli ospedali del Nord mammografi obsoleti

Risultati dell’Osservatorio parco installato delle tecnologie di diagnostica per immagini: Il 23% delle Risonanze Magnetiche e il 33% delle PET ha più di 10 anni di età

19.04.2021-13.57 – Strutture sanitarie pubbliche e private con apparecchiature di diagnostica per immagini come risonanze magnetiche, PET, TAC, angiografi e mammografi obsolete. Nel Nord Italia, a fronte di un periodo di adeguatezza di 5 anni, il 69% dei mammografi convenzionali ha superato i 10 anni di età, il 73% delle PET ha più di 5 anni e il 52% delle Risonanze Magnetiche da 1,5T.

A fotografare lo stato di vetustà del parco tecnologie di diagnostica per immagini in uso presso le strutture sanitarie italiane pubbliche e private sono i dati presentati dall’Osservatorio parco installato (Opi) di Confindustria dispositivi medici che offre un focus sulla situazione delle strutture sanitarie del Nord Italia.

 I dati dell’ultima analisi restituiscono una fotografia ancora preoccupante della dotazione delle strutture sanitarie nelle regioni del Nord: con un’età media dei mammografi di tipo convenzionale pari a 13,3 anni e l’11% delle Risonanze Magnetiche > di 1,5 T ed il 33% delle PET con più di 10 anni.

Un segnale in controtendenza si intravede per quel che riguarda i dati relativi agli ecografi portatili, che nel 78% dei casi sono stati acquistati dalle strutture sanitarie, pubbliche e private del Settentrione, meno di 5 anni fa, così come il 66% dei sistemi digitali ad arco per la chirurgia, utilizzati per l’uso complementare delle procedure chirurgiche e interventistiche e l’82% degli apparecchi radiologici portatili.

L’indagine realizzata dall’Osservatorio parco installato – ha commentato Aniello Aliberti, Presidente di Elettromedicali e Servizi integrati – ha fotografato una situazione di evidente vetustà delle tecnologie di diagnostica per immagini presenti nel nostro Paese. Situazione che, verosimilmente, non risparmia nessuna area geografica italiana. In regioni particolarmente colpite dall’emergenza sanitaria come la Lombardia od il Veneto e la provincia di Bergamo o quelle di Trento e Bolzano, ritroviamo ancora apparecchiature obsolete, al limite dei parametri consentiti per un corretto utilizzo clinico.

La SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica), che raccoglie tra i suoi soci la pressoché totalità dei radiologi italiani, ha condiviso, in un progetto collaborazione fra industria e società scientifica, i dati dell’Osservatorio di Confindustria Dispositivi Medici.

“I radiologi italiani – dichiara il Presidente SIRM Dr. Vittorio Miele – si trovano a dover affrontare, con attrezzature non sempre all’avanguardia, la sfida quotidiana della diagnosi e del trattamento miniinvasivo dei pazienti sia ospedalizzati che ambulatoriali, dovendo garantire livelli di qualità ai processi decisionali e terapeutici della moderna medicina. Promuoviamo fortemente l’uso di attrezzature up-to-date, per garantire la sicurezza ed il rispetto dei livelli di radioesposizione al paziente in linea con le nuove disposizioni di legge (D. Lgs. 101/2020) inerenti l’uso delle radiazioni ionizzanti per la diagnostica per immagini e per le procedure di radiologia interventistica. La tecnologia da sola certamente non basta”.

Secondo la SIRM è necessario che dietro ogni macchina ci siano professionisti preparati, che garantiscano al paziente un’assistenza di qualità e le condizioni irrinunciabili di sicurezza. Tuttavia è indispensabile, in una disciplina ad incalzante evoluzione, programmare accuratamente il rinnovamento tecnologico. La SIRM ritiene che le attrezzature nei primi 5 anni dall’installazione riflettono lo stato aggiornato delle tecnologia. Tra i 6-10 anni, sono sufficientemente idonee per l’uso, se vi è adeguata manutenzione e aggiornamento. Delle apparecchiature di oltre 10 anni deve esser prevista la sostituzione perché non più rispondenti a criteri di massima efficienza ed efficacia. In tal senso, il documento SIRM sull’obsolescenza delle attrezzature radiologiche, in linea con gli altri paesi europei, risulta di sicuro ausilio.

Il parco tecnologico ospedaliero nelle regioni del Nord

L’ultima indagine dell’OPI si è concentrata sulle tecnologie diagnostiche per immagini e, in particolare, sulle apparecchiature mammografiche, le apparecchiature di Risonanza Magnetica (RM), le PET e quelle di Tomografia assiale Computerizzata (TC), documentandone l’età media, stabilendo il periodo di adeguatezza e fornendo un focus su base macro regionale.

Apparecchiature mammografiche

Pur non arrestandosi la progressiva adozione di apparecchiature di tipo digitale, il 40,8% dei mammografi del parco installato nel Nord Italia risulta di tipo convenzionale. L’OPI segnala che:

  • L’età media dei mammografi di tipo convenzionale è pari a 13,3 anni;
  • L’età media dei mammografi di tipo digitale è di 5,4 anni, più alta rispetto all’età media di Sud e Isole (3,8) rilevata in altri censimenti;
  • Il 69% di quelli convenzionali ha superato i 10 anni di età.

Risonanze Magnetiche

Il 45,4% di RM da 1,5 T sono localizzate nel Nord Italia. La maggioranza (59,6%) delle RM con campo magnetico 3,0 T sono localizzate al Nord contro il 26,6% presenti nel Sud e nelle Isole e il 13,8% installate nel Centro Italia. Delle 493 RM ad alto campo :

  • Il 9% da 1,0 T
  • L’80% da 1,5 T
  • L’11% da 3 T od oltre

Il periodo di adeguatezza delle risonanze magnetiche è di 5 anni. Superano il periodo di adeguatezza:

  • Il 79% da 1,0 T;
  • Il 57% da 1,5 T;
  • Il 41% da 3,0 T e oltre.

Tomografica assiale

Numeri simili per le apparecchiature di tomografia assiale (TC). Il 23% delle TC installate nel Nord Italia ha meno di 16 strati. Presenta un numero di strati compreso tra 16 e 64 il 62% delle TC attualmente in funzione.

Sebbene il periodo di adeguatezza sia di 7 anni, a superare i 10 anni dalla data di acquisto sono:

  • Il 35% con meno di 16 strati;
  • Il 24% tra 16 e 64 strati;
  • Il 6% con più di 64 strati, mentre il 47% dello stesso tipo ha tra i 5 e i 10 anni di età.

PET

Per quanto riguarda le PET (incluse le PET/TC e PET/RM), il cui periodo di adeguatezza è di 7 anni, l’età media nel Nord Italia supera di poco questa cifra fermandosi a 8 anni contro gli 8,4 delle apparecchiature installate nel Centro Italia e i 6,8 anni del Sud e delle Isole. Nello specifico, nel Nord Italia:

  • Il 28% delle PET ha un’età inferiore ai 5 anni;
  • Il 33% ha più di 10 anni;
  • Il 40% tra i 5 e i 10 anni.

I dati emersi sono in forte contrasto con quanto emerso dall’indagine Tech4Life promossa da Confindustria Dispositivi Medici e realizzata da Community Research & Analysis secondo cui per l’84% della popolazione italiana rinnovare i macchinari e le tecnologie degli ospedali è di primaria importanza. Accrescerne la sicurezza è necessario in un periodo in cui il 37% degli italiani ha rinviato del tutto o in parte esami, visite e cure mediche per lil timore del contagio o per il sovraffollamento delle strutture impegnate nella lotta al Coronavirus.

I principali dati del Nord in sintesi:

 

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