17.04.2021 ā 15.00 āĀ I radicali cambiamenti a cui viene sottoposto il commercio nei decenni di passaggio tra settecento e ottocento consistono inĀ un moltiplicarsi di innovazioni tecniche, le quali a loro volta favoriscono una diversa economia e, in ultima analisi, una diversa politica.
Sotto il profilo della logistica terrestre dapprima leĀ strade ferrateĀ e successivamenteĀ le prime ferrovieĀ velocizzano i collegamenti tra i nuclei urbani, connettono centro e periferia. Permettono, sul lungo periodo, di ricollocare le merci in maniera rapida e agevole, rispondendo alle necessitĆ del mercato.
Sotto il profilo invece marittimo lāutilizzo sempre più pervasivo degliĀ scafi in ferroĀ consente di aumentare lo stivaggio delle merci, rende profittevole il trasporto di grandi quantitĆ di merce in precedenza considerata āpoveraā, come il legname. Ć poi lāera delle navi a vapore, delĀ piroscafo; il quale a sua volta consente di utilizzare snodi marittimi quali il canale di Suez, altrimenti poco agevoli.
Mentre la Gran Bretagna opta in questo contesto per un liberalismo consentito d aun apparato di colonie e stati satellite su cui rovesciare eccessi di produzione e dai quali attingere materie prime, gli stati dellāEuropa continentale adottano una sempre maggiore āselvaāĀ di barriere e tariffe doganali. In questo contesto non basta più la figura del mercante, ma emerge quella delloĀ spedizioniere, incaricato di orientarsi traĀ diritti doganali, monetari, fiscali, in modo da far arrivare le merci nel luogo e nel tempo richiesto per il massimo profitto. Occorre coordinare non solo la novitĆ di una doppia rete ferroviaria nellāentroterra e di āvaporiā sul mare, ma anche di intuire le possibilitĆ di profitto ānascosteā tra agevolazioni e barriere doganali. In questo quadro viene a collocarsi il porto ottocentesco triestino; e sempre in questo quadroĀ nasce la casa di spedizioni Francesco Parisi, tuttāoggi presente nel tessuto imprenditoriale triestino.
Francesco ParisiĀ aveva appena ventotto anni quando nelĀ 1805Ā si trasferƬ da Rovereto a Trieste, attirato dallāimpetuosa crescita economica della cittĆ . Il giovane aveva giĆ maturato una notevole esperienza dirigenziale presso lāazienda del padre, unāattivitĆ di filatura e tessitura della seta; alla morte del genitore, lāattivitĆ del padre passò al fratello Girolamo, quella a Vienna a Giuseppe eĀ a Francesco spettò Trieste, dove in realtĆ una vera e propria impresa doveva ancora essere fondata. Francesco non perse tempo e giĆ Ā il 1 gennaio 1807 fondò la Casa di Commercio Francesco Parisi.
Un documento del 30 gennaio fornisce le prime informazioni sullāazienda: si tratta di una ānuova Casa di commercio allāingrosso insinuata da Francesco Parisi da correre sotto la ragione Francesco Parisi & CompĀ [ā¦]Ā il fondo capitale viene fissato in fiorini 30000Ā [ā¦]Ā i libri sono tenuti in lingua italiana, a scrittura doppia e nel dovuto buon ordine e sono maestro, Giornale, Cassa e ausiliariā.
Lāintuizione di Francesco Parisi, in avanti coi tempi, fu di comprendere come i commercianti non avessero più bisogno solo di un agente di trasporto, quanto diĀ un collaboratore fidatoĀ a cui delegare tutte le formalitĆ burocratiche connesse allāattraversamento dei confini e alle transazioni commerciali. Occorreva in altre parole iniziare a ācoccolareā il cliente, a fornirgli una professionalitĆ che abbracciasse tutte le complicazioni che andavano sorgendo in termini di tasse, di affitti dei moli, di merci ferme nei magazzini⦠Non cāera più la necessitĆ di un trasportatore, ma di un intermediario a tutto tondo. Francesco Parisi intuƬ inoltre come questo carico di responsabilitĆ dovesse accompagnarsi a un cambio di passo:Ā la societĆ doveva avere una buona reputazione, il cliente doveva fidarsi di chi ingaggiava, ritenerlo un āportoā sicuro. Questa filosofia della casa di spedizioni Parisi diventerĆ poi un elemento distintivo dellāazienda, unāimpronta che rimarrĆ a livello famigliare.
Una circolare del 1807, allāapertura dellāattivitĆ , giĆ delineava le intenzioni di Francesco, laddove scriveva di voler fare affidamento ai propri āamiciā di cui avrebbe soddisfatto le ācommissioniāper la loro āsoddisfazioneā.
La casa di spedizioni fidelizzò presto questi āamiciā, ottenendo il primo nucleo di una clientela fedele; tuttavia lāimpresa di Parisi risentƬ pesantemente dellaĀ terza occupazione napoleonicaĀ durante la quale (1813) Francesco morƬ, appena trentasettenne.
Il nipote, a sua volta chiamatoĀ FrancescoĀ (di Girolamo), ereditò cosƬ a ventunāanni lāazienda di famiglia triestina, procedendo spedito a riformarla sotto linee puramente spedizioniere: il ramo commerciale, ancora legato a una vecchia mentalitĆ mercantilistica, finƬ accantonato; e fu il giovanissimo Francesco junior a inaugurare lāera deiĀ viaggi di lavoro, preferendo recarsi in prima persona in Italia e in Europa alla ricerca di nuovi bacini di mercato, nuove lucrose opportunitĆ commerciali. Come la cura della clientela rimarrĆ impronta distintiva della casa Parisi, cosƬ lāabitudine dei viaggi allāestero resterĆ come pratica famigliare, volta a ottenere un contatto diretto con il partner dāaffari.
Gli uffici si spostarono in questo periodo dal Corso (oggi Corso Italia) alla contrada di Vienna (via Fabio Filzi) che rimarrĆ la sede storica fino al 1885.
Il successo di questa svolta puramente spedizioniera, rivolta ai traffici marittimi, viene attestata da un testimone attendibile⦠la gendarmeria austriaca! Questa infatti scrive in un rapporto che āincensurabile risulta la condotta e la fama del negoziante di spedizioni Francesco Parisi e della di lui famiglia, con la quale egli vive notoriamente in agiate circostanze economicheā (1842).
Dopo la breve parentesi diĀ Pietro StanislaoĀ (1844-54), la svolta storica per la Casa di spedizioni avviene conĀ Giuseppe Parisi, altrimenti chiamato āzio Pepeā. Ć Giuseppe a collocare lāazienda di famiglia in un contesto internazionale, utilizzando con preveggenza quelle innovazioni tecnologiche che avevano trasformato il ruolo dello spedizioniere: dalla ferrovia, ai piroscafi, ai telegrafiā¦
NelĀ 1857, non appena viene inaugurata a Trieste la ferroviaĀ Meridionale, Giuseppe si affretta a fondareĀ una filiale a Vienna, estendendo per la prima volta lāazienda al di fuori di Trieste. Segue ben presto, dopo la tragica parentesi della morte del figlio Rodolfo, lāapertura di una filiale in terra italiana, aĀ VeneziaĀ (1872); a cui presto subentrerĆ quella di Praga (1877), di Monaco di Baviera (1879), di Milano (1898), diĀ AmburgoĀ (1903)⦠Senza dimenticareĀ Atene e SmirneĀ (1907). Nello stesso anno, a un secolo dalla fondazione dellāazienda, Giuseppe Parisi commissiona il palazzo di rappresentanza di via di Miramar, sul quale fa incidere il motto āPerseverando vincisā.
La storia della conduzione della Casa di spedizioni Parisi negli anni di Giuseppe permette di connettere la storia locale, ātriestinaā, con la storia dei grandi flussi globali, delle grandi innovazioni tecniche. Giuseppe dimostra di comprendere lāimportanza della Meridionale; e non appena viene aperto ilĀ canale di SuezĀ (1869) si accaparra il movimento delĀ cotone dallāIndia e soprattutto dallāEgitto. In questāoccasione la sede triestina si attrezza di una sala āscientificaā con la quale analizzare la qualitĆ delle fibre del cotone e risolvere le annose controversie tra venditori e acquirenti.
Tra fine ottocento e inizio novecento il moltiplicarsi delle filiali della Parisi ĆØ un efficace segnale del successo ā a tratti frenetico ā dellāazienda: ci si accaparra dopo il cotone,Ā la movimentazione dei sacchi di caffĆØ. Nei magazzini portuali Francesco Parisi fa approntare le attrezzatureĀ per la selezione e la pulitura dei chicchi di caffĆØ. Non ci si limita più alla sola movimentazione, ora ci si preoccupa anche della lavorazione del prodotto per conto di terzi.
La rete di traffico intanto continua a espandersi, si ramifica fino allāoriente con flussi di granaglie, juta, prodotti coloniali, zuccheroā¦
Francesco Parisi ĆØ inoltre il primo della famiglia, nel quadro delle lotte sindacali, a istituireĀ sussidi per i suoi operaiĀ āresi inabili al lavoroā con la āFondazione Francesco Giuseppe Iā (1897) a cui segue lāistituzione di unaĀ proto-pensioneĀ per gli impiegati che volessero ritirarsi dal lavoro, dopo i sessantāanni dāetĆ (1903).
Lāascesa economica anticipa quella politica: Francesco Parisi diventa nobile nel 1903, viene nominato barone dallāimperatore nel 1913;Ā tra il 1896 e il 1915 diventa Consigliere di Direzione della Riunione Adriatica di SicurtĆ .
Eppure lāepopea di Francesco Parisi non si conclude serenamente; morirĆ infatti nelĀ 1917Ā nel pieno della crisi della Prima Guerra Mondiale. Quel mondo globalizzato, ricco di squilibri e diseguaglianze, ma quantomeno in pace, spasima in agonia; e quella stessa Austria-Ungheria nella quale Parisi aveva prosperato lentamente si distrugge. Non sarĆ la fine della triestina Casa di spedizioni, ma come in seguito allāoccupazione napoleonica del 1813 i successori di āzio Pepeā dovranno attuare un radicale ripensamento.
Fonti: Antonella Cosenzi, Lorenza Resciniti,Ā Francesco Parisi Trieste Casa di spedizioni 1807-2007: duecento anni tra economia e storia,Ā Trieste, catalogo della mostra tenutasi a Palazzo Gopcevich, 3-26 agosto 2007
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[z.s.]