08.04.2021-12.37 – Nella casa di riposo Sereni Orizzonti, Federica Cicognini, responsabile di Sereni Orizzonti per il Friuli-Venezia Giulia, ha raccontato come fin dall’inizio siano riusciti a gestire la pandemia e di come si sono attrezzati per la riapertura predisponendo accurate procedure di sicurezza per le visite degli ospiti delle residenze.
A fine febbraio, quando ancora nessuno aveva la minima idea di come si potesse gestire la situazione, si attrezzarono di tutti i DPI di primo livello disponibili sul mercato. Prima ancora che venisse decretato il lockdown di marzo, già dal 24 febbraio, adottarono procedure e protocolli per garantire la salvaguardia degli ospiti interni e degli operatori. Furono tra i primi a chiudere le visite dei parenti e tra gli ultimi a riaprirle. L’unico momento di leggera permissività, nell’ambito delle visite, fu durante l’estate quando gli spazi all’aria aperta delle strutture permisero gli incontri a ragione della possibilità di un distanziamento sociale previsto dal DPCM allora in vigore. Incontri che riiniziarono, in forma limitata, a gennaio quando ormai erano in grado di gestire tutto entro i limiti della massima sicurezza. Come afferma la Cicognini, “Sereni Orizzonti in Friuli gestisce 7 case di riposo e ce ne sono addirittura tre che da febbraio 2020 non hanno mai registrato un caso covid all’interno delle residenze per anziani.”
Da un punto di vista della campagna vaccinale, gli ospiti si sono dimostrati contentissimi di sottoporsi alle somministrazioni vedendo in esse la possibilità di riacquisire la libertà, e da parte degli operatori c’è stata una buona adesione.
In vista della riapertura alle visite, il Direttore della Residenza di Pasian di Prato, ha spiegato dettagliatamente come si sono organizzati per cercare di ottenere il massimo livello di sicurezza. È stato realizzato un vero e proprio percorso che, dall’entrata del parente fino all’incontro con l’ospite, attraverso una serie di accorgimenti cerca di garantire il minor rischio possibile di contagio.
“I parenti entrano da una porta di sicurezza per arrivare alla zona dove viene controllata la temperatura e registrati i dati della persona in visita – spiega il Direttore -. Dopodiché si accede a una zona di vestizione che si trova ancora nella zona filtro tra l’esterno e l’interno della struttura. Nella zona pulita di vestizione, i parenti con l’aiuto di uno degli operatori vengono vestiti con i DPI necessari per mettere in sicurezza non solo loro stessi, ma anche l’ospite che andranno a visitare. Vicino alla zona di vestizione nel suolo c’è una linea blu che determina una zona invalicabile per chi non indossa i DPI necessari. Da quella linea, una volta preparati, si può accedere alla zona che è stata preparata per i colloqui e l’incontro con gli ospiti. L’ospite può essere visitato da una sola persona per ridurre il più possibile i rischi. Il rischio zero non esiste ma stiamo cercando di ridurlo a livelli accettabili. Nella zona dedicata ai colloqui l’ospite si siede verso la parete mentre il parente verso la porta. È sempre presente un operatore del personale per aiutarli o per qualunque cosa dovessero aver bisogno, poi lì vicino c’è una zona dedicata alla disinfettazione dei piccoli oggetti, delle borse, delle piccole cose che i parenti hanno piacere a portare ai nostri ospiti”.
Un percorso da imitare ed allestito con la massima cura in tutti i dettagli che garantisce ai parenti degli ospiti di poter andarli a visitare in un ambiente assolutamente controllato e in cui i fattori di rischio sono stati ridotti al minimo.
[l.f]