07.04.2021-14.29 – “Trasformare in progetto di vita un evento tragico, attraverso lo studio approfondito dell’evento in team multisciplinare e lo screening dei familiari”, così Gianfranco Sinagra, Direttore del Dipartimento Cardiotoracovascolare di Trieste sintetizza il Progetto che avrà valenza regionale ed è coordinato da ASUGI con il coinvolgimento di molti professionisti dell’Università degli Studi di Trieste.
L’impegno della Regione FVG, pur in tempo di pandemia, è importante, muove dai tavoli tecnici regionali relativamente alla formalizzazione del percorso del paziente con tempesta aritmica e proprio con legge regionale n. 26 del 30 dicembre 2020, promuove il Progetto per il Registro Regionale delle Morti Cardiache Improvvise fortemente supportato dalle Strutture di Cardiologia e Medicina Legale ASUGI e Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell’Università degli Studi di Trieste.
Il progetto, è coordinato dal Prof Stefano D’Errico, Istituto di Medicina Legale Università di Trieste, che ricorda “la forte natura inclusiva, ed il fatto che recluterà e valorizzerà tutte le competenze regionali in materia cardiologica, anatomo-patologica e medico-legale e prevedrà inoltre la partecipazione attiva dei professionisti dell’emergenza territoriale e 118, assistenza primaria (medicina generale e pediatria di libera scelta), medicina necroscopica, medicina dello sport, diagnostica avanzata per immagini, Genetica Medica e Cardiologia, operanti su tutto il territorio regionale”.
Le linee generali del Progetto e le prime tappe operative sono state discusse nel corso di un partecipato Webinar con oltre 30 professionisti di varie aree che si è tenuto il 26 marzo. L’incontro è stata occasione di confronto scientifico, condivisione di esperienze e promozione di una comune metodologia operativa fra le professionalità ospedaliere, territoriali ed universitarie della regione. “Uno sforzo ed una comunione multidisciplinare di intenti forse senza precedenti”, afferma ancora D’Errico, con lo scopo di definire strategie diagnostiche di laboratorio (dall’autopsia alle più avanzate tecniche di microscopia), di imaging mediante risonanza magnetica dell’organo e cardiologiche per lo studio delle cause di morte in tutti quei soggetti deceduti improvvisamente in età inferiore a 50 anni, per i quali l’accertamento autoptico diventa non soltanto necessario ma indispensabile per l’avvio di un protocollo di studio che comprenda l’analisi genetica delle mutazioni associate a cardiomiopatie, disordini aritmici e patologie dell’aorta a trasmissione ereditaria e l’arruolamento dei componenti del nucleo familiare in un programma di screening cardiologico e counselling genetico. Definizione diagnostica, validazione clinica, screening della famiglia ma anche importante valore epidemiologico, nel setting dei soggetti di età inferiore a 50 anni.
Dalla morte un’opportunità alla vita. Il Progetto del Registro Regionale delle Morti Cardiache Improvvise sarà unico nel suo genere per il contributo multidisciplinare che a livello regionale tutte le strutture ospedaliere e territoriali della regione potranno fornire, esprimendo un know how di altissimo profilo e mettendo a disposizione conoscenze e competenze ampiamente riconosciute. Un messaggio di speranza sulla possibilità di fare buona medicina e produrre conoscenza anche in questo particolare periodo di prova. “Il Progetto ha incontrato da subito il supporto del Dipartimento di Scienze Mediche e del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Trieste e costituirà un’opportunità per giovani ricercatori e sviluppo di conoscenza”, aggiunge Antonio Poggiana, Direttore Generale ASUGI. È stato finanziato con un importo pari a € 550.000 per l’arruolamento di personale nonché per l’acquisto di materiale di consumo, pubblicazioni e attività formative ed € 350.000 per l’acquisto di tecnologie e strumentazioni di laboratorio.
(c.s)